sabato 11 giugno 2022
Una vicenda coinvolgente di relazioni che svelano la bellezza dell'esistenza, nella trama dei rapporti tra adolescenti in cerca di autenticità. Dalla penna di un educatore un libro che lascia il segno
Il romanzo di Roberto Contu. Abortire o no? La «tigna» della vita sa cosa fare
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Il 15 settembre 1999, primo giorno di scuola a Perugia, Benedetta scopre di essere incinta di Francesco, e decide di abortire. Intorno a questa determinazione si sviluppa la storia dei due giovani, degli amici, dei compagni di classe, degli insegnanti e delle famiglie: la vita quella vera, con i momenti belli e quelli no, le scelte sbagliate e le tragedie, la vita su cui ognuno di noi è chiamato a decidere, perché «c’è più vita che morire nel mondo, c’è più vita che morire, Andrea, e solo questo è il peccato che d’ora in poi dovrai confessare: dimenticarti di questo, accomodarti nel lusso della rinuncia a vedere questo», spiega padre Pietro a don Andrea, in un loro dialogo. «La tigna», felice titolo del romanzo di Roberto Contu (Castelvecchi, 2021, 182 pagine, 17,50 euro), è quella con cui la vita insiste a sorprenderci, come vediamo con gli occhi di Benedetta e Francesco, dell’amico Luca, della zia Ada e della mamma Anna, della preside Roberta, di don Andrea, padre Pietro e del prof di lettere Renato Contro – alter ego dell’autore, che narra brillantemente l’intreccio delle vicende portandoci nelle vie di Perugia, accanto ai protagonisti.
Fin dalle prime righe è evidente che Roberto Contu in mezzo ai ragazzi ci vive per davvero e se ne interessa, mostra familiarità con linguaggi e comportamenti dei sedici-diciottenni della nostra epoca, pur mantenendo l’occhio dell’educatore, lontano anni luce da qualsiasi tono moralistico-edificante e ben capace di sintonizzarsi con i tempi di cui racconta. «Giorno perfetto» è il titolo del capitolo centrale del romanzo, che ne dà la chiave di lettura: è il giorno in cui i protagonisti si arrendono davanti alla semplice bellezza della vita, riconoscendola senza bisogno di tanti discorsi, sgranando gli occhi sul «mare gigante» che hanno davanti, anche grazie a Carlino Altoviti, quel ragazzino che vede il mare per la prima volta, di cui hanno letto in classe con il prof Contro.
La condizione perché la vita possa insistere, possa rivelarsi in tutta la sua tigna, è la rete delle relazioni fra i protagonisti, ognuno dei quali, a modo suo, si lascia interrogare e coinvolgere dalle esistenze altrui. Le decisioni di ciascuno sono chiaramente personali ma maturano in una trama di rapporti umani in cui non c’è posto per l’estraneità: una trama che impedisce agli errori e alle mancanze della vita di ognuno di trasformarsi in ostacoli insormontabili e condanne senza appello.

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