giovedì 5 novembre 2015
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C'è un farmaco che vale doppio: cura asma e invecchiamento cerebrale. L'annuncio è stato dato durante il 37° Congresso Nazionale della Sif, Società Italiana di Farmacologia, nei giorni scorsi a Napoli. La ricerca, pubblicata su «Nature Communications», dimostra che Montelukast, già in commercio da anni per la cura dell'asma, è in grado di reinvertire l'invecchiamento cerebrale e la perdita delle funzioni cognitive in animali anziani cui il farmaco è stato somministrato per 6 settimane a dosaggi compatibili con quelli già in uso nell'uomo. Nello studio, coordinato dal neuroscienziato Ludwig Aigner dell'Università Medica Paracelsus di Salisburgo, sono stati coinvolti diversi gruppi di ricerca europei tra cui quello della professoressa Maria Pia Abbracchio dell'Università Statale di Milano. In una società in cui l'aumento della durata della vita media (in Italia sfiora gli 83 anni) va di pari passo con l'incremento dei problemi connessi al declino cognitivo e all'aumentata incidenza di demenza negli anziani, questa scoperta apre prospettive concrete per la cura delle malattie neurodegenerative associate all'invecchiamento. Nel caso specifico, i ricercatori hanno dimostrato che il farmaco blocca i recettori nel cervello che attivano l'infiammazione legata a patologie della sfera cognitiva come Alzheimer e Parkinson. "Da tempo si sa che il cervello non è separato dal resto del corpo e che le sue funzioni possono risentire fortemente dei fenomeni infiammatori presenti in altri organi" - spiega Maria Pia Abbracchio - "Già 10 anni fa avevamo fatto presente come l'infiammazione sistemica cronica, che è a sua volta influenzata dall'ambiente e dall'alimentazione, possa accelerare l'invecchiamento del cervello e aumentare l'incidenza di malattie neurodegenerative". La prossima fase è quella degli studi clinici, destinati ad essere più rapidi grazie al fatto che il prodotto è già usato ed è sicuro nell'uomo. Gli esiti confermeranno se Montelukast sia un nuovo esempio positivo di drug repositioning, ovvero di "riposizionamento" di farmaci già disponibili e in grado di coprire indicazioni terapeutiche diverse da quelle originali.

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