venerdì 28 marzo 2014
​I deputati del Ncd Roccella e Pagano hanno presentato una proposta di legge per dire "no all'esproprio educativo dei genitori". (A.Picariello)  VAI AL DOSSIER
IL DIRETTORE RISPONDE Perché un Tg distorce i termini del «caso Unar»?
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La sempre più discussa diffusione nelle scuole degli opuscoli anti-omofobia commissionati dall’Unar (Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali), già realizzata in più di un istituto, diventa sempre più un caso politico. I deputati del Ncd Eugenia Roccella e Alessandro Pagano hanno presentato una proposta di legge, che reca la firma di ben 50 deputati, per dire «no all’esproprio educativo dei genitori». Una mobilitazione estesa, che va da Fratelli d’Italia a Scelta civica, passando per Forza Italia, Lega e Popolari per l’Italia, oltre al Ncd, il partito di Pagano e Roccella, che hanno presentato l’iniziativa nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio. «Abbiamo chiesto al governo – spiega Pagano – quale sia il ruolo e la competenza di questo organismo, l’Unar, che in modo fazioso, senza essere autorizzato né dal Ministero dell’Istruzione, né da quello delle Politiche sociali, è entrato nelle scuole, anche primarie. Promuovendo la cosiddetta "ideologia del gender" con progetti educativi extracurricolari e piani formativi realizzati ad hoc, senza alcun coinvolgimento o assenso dei genitori che, secondo Costituzione, sono titolari della piena responsabilità educativa dei figli». Ancora una volta dal governo è arrivata una risposta «del tutto insoddisfacente», attraverso il sottosegretario all’Ambiente Silvia Velo, con competenze tutte da verificare, peraltro, su queste materie. Il tentativo denunciato è una vera e propria «rivoluzione antropologica» introdotta con la scusa della condivisibile lotta alle discriminazioni. «Discriminazioni, sia chiaro – spiega Roccella –, cui ci opponiamo anche noi, ma qui l’operazione è diversa, vogliono rieducare i nostri giovani, come scritto chiaramente in uno dei libretti Unar, per "instillare" nei nostri ragazzi l’idea che non esistono maschio e femmina, madre e padre. La nostra proposta di legge intende riaffermare il diritto fondamentale della scelta educativa dei genitori, affermato anche dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e della Convenzione Onu dei diritti del fanciullo». Per evitare nuovi colpi di mano «è previsto che per la realizzazione di tutte le attività integrative rivolte agli alunni di ogni ordine e grado, che riguardino direttamente o indirettamente i temi legati alla relazione, all’educazione all’affettività e alla sessualità, e in generale i temi eticamente sensibili, vengano informati i genitori, che devono dare il proprio consenso in forma scritta. Inoltre, la scuola dovrà provvedere ad attività sostitutive per coloro che scelgono di non avvalersi delle attività extracurriculari, senza dar luogo ad alcuna discriminazione». Il disegno di legge vuole mettere riparo agli «errori commessi dal governo Monti e dal ministro Fornero – conclude Roccella –. Siamo ancora fiduciosi che questo governo, che non ha ancora assegnato la delega alle Pari opportunità, vorrà porvi rimedio, anche con provvedimenti concreti a carico dei responsabili dell’Unar».
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