venerdì 28 ottobre 2022
Al Quirinale l'incontro per i Giorni della Ricerca tra alcuni dei migliori ricercatori italiani impegnati contro il cancro e il presidente della Repubblica. Per riconoscersi in un impegno comune
Mattarella: la ricerca contro il cancro, responsabilità di tutti
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«Non siamo inerti di fronte a un male insuperabile. Possiamo fare molto per difenderci, per contrastarlo, per migliorare le condizioni di vita, per conquistare domani una definitiva vittoria». Trabocca ottimismo e fiducia il discorso che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto a dirigenti e scienziati della Fondazione Airc per la ricerca sul cancro al Quirinale per l’annuale incontro nei Giorni della Ricerca (6-13 novembre, con migliaia di volontari Airc nelle piazze di tutta Italia sabato 12). La ricerca scientifica, e in particolare quella che cinge d’assedio il tumore, chiama la responsabilità e l’impegno di tutti: «Sta a noi, a ciascuno di noi, far qualcosa per contribuirvi». Una chiamata a sentirsi coinvolti nella lotta a un male diffuso e socialmente impattante, «a cominciare dai Giorni della Ricerca» che «rappresentano un appuntamento davvero importante» perché «non riguardano una piccola comunità di specialisti, ma l’intera nostra società». La ricerca, insiste il capo dello Stato, è «un impegno, una responsabilità comune»: solo così è stato possibile ottenere «gli straordinari risultati raggiunti in pochi decenni nella cura dei tumori, nella qualità della vita dei malati, nelle loro accresciute aspettative di futuro».
Il sogno dei fondatori dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, più di mezzo secolo fa – «sconfiggere quella “malattia del secolo” che si mostrava invincibile, che veniva definita incurabile, che dispensava inesorabili sofferenze e morte» –, poteva sembrare «utopistico»: invece «la realtà di oggi» mostra che fu «uno sguardo lungimirante», perché «la fiducia nella scienza e nella ricerca si è tramutata in speranza di vita, in fiducia nella vita. Quei sognatori hanno avuto ragione». Lo dicono i fatti: «Proprio grazie ai progressi della medicina indotti dalla ricerca è ampiamente cresciuta la sopravvivenza», dice Mattarella. Non solo: «È via via cresciuta la cultura della prevenzione, frutto della maturità dei cittadini, e questo costituisce un argine prezioso alla propagazione della malattia». A spiegare il legame profondo che si è ormai cementato tra gli italiani, la ricerca contro il cancro e una realtà come l’Airc sono forse quelli che il presidente identifica come tratti caratteristici del nostro Paese: anzitutto la «solidarietà», in grado di «sorreggere l’opera della scienza», e poi «la persona», che è «al centro» del «progresso scientifico». Gli effetti sono tangibili: «L’Airc – aggiunge il presidente della Repubblica – ha dato negli anni un fortissimo impulso all’insieme della ricerca italiana, e ha contribuito a ottenere, nella lotta contro il cancro, risultati di straordinaria portata, apprezzati in tutto il mondo. I risultati delle ricerche sono a loro volta divenuti punti di partenza per altre scoperte. L’insegnamento più grande che viene da queste esperienze è proprio quello del dialogo, dell’interscambio, della reciproca collaborazione. Tanto più si lavora insieme, senza barriere, tanto più vi saranno avanzamenti per il genere umano».
L’impegno delle istituzioni per appoggiare la ricerca scientifica e quella contro il cancro in particolare è confermato anche dal neo-ministro della Salute Orazio Schillaci, medico radiologo, che durante l’incontro al Quirinale ha sottolineato come sia suo «impegno prioritario l'attuazione del Piano nazionale della prevenzione 2020-2025 e lo sviluppo di tutte quelle attività che possono consentire di fronteggiare più efficacemente le malattie oncologiche che colpiscono oggi 3 milioni e 600mila cittadini italiani e che rappresentano la seconda causa di morte in Italia e nel mondo con un impatto considerevole sul versante fisico, emotivo ed economico per il singolo individuo, ma anche per tutta la famiglia».
La storia della ricerca dunque mostra la strada che va ancora percorsa, dove la malattia presenta aspetti ancora ignoti ma anche nei tipi di tumore – come quelli al seno – nei quali manca "tanto così" alla vittoria, come recita il fortunato slogan Airc per il mese di ottobre dedicato a queste patologie femminili. Di «due insegnamenti fondamentali che Airc ha fatto propri» parla al capo dello Stato il direttore scientifico di Fondazione Airc, Federico Caligaris-Cappio: primo, «per curare occorre capire» e «per capire occorre fare ricerca», perché ora è «indispensabile capire la biologia del cancro per tradurla successivamente in armi terapeutiche efficaci da portare al letto del malato avendo come scopo non solo la guarigione ma anche una migliore qualità di vita con la riduzione degli effetti collaterali dei trattamenti»; secondo, «comunicare i risultati della ricerca», sia «agli addetti ai lavori» sia «al grande pubblico per spiegare come solo la ricerca permette di ottenere risultati significativi per il paziente».
L’ambizione esplicita di Fondazione Airc è la sconfitta progressiva del tumore mettendo in squadra sempre nuovi fuoriclasse: «Lo scopo è attrarre i migliori, inclusi ricercatori sia clinici sia di base, provenienti da discipline diverse, che lavorino in Italia o all'estero, avendo l'obiettivo di contribuire alla crescita loro e della ricerca oncologica nazionale». Un anno dopo l’altro, con la partecipazione di tutti, il risultato è sempre più vicino.

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