martedì 26 agosto 2014
Una clinica americana indaga su 17 "figli di tre genitori" concepiti nel 2001 con la discusa tecnica ideata per ovviare ad anomalie genetiche della madre. Ma affiorano numerosi altri casi.
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Una clinica americana per la fertilità, il Saint Barnabas Medical Centre del New Jersey, ha avviato un’indagine su 17 ragazzi concepiti in provetta e nati nel 2001 con la tecnica dei "tre genitori", che consiste nel prelievo di gameti da una donna e da un uomo e di materiale genetico privo di anomalie genetiche da una seconda donna per "ripulire" difetti cromosomici della madre. L'indagine, della quale ha dato notizie il quotidiano britannico «The Indipendent», punta a stabilire eventuali problemi di salute derivati dal trasferimento di citoplasma alla base di una metodica che con tutta evidenza presenta un profilo etico molto problematico. La tecnica, sulla quale è in corso un dibattito in Inghilterra in vista di una possibile legalizzazione, fu invece messa al bando dalla Food and Drug Administration – l’ente regolatorio Usa per i farmaci e la sicurezza sanitaria – nel 2002. All’epoca in cui nacquero i 17 bambini, ora adolescenti, nella clinica operava il pioniere della discussa tecnica, Jacques Cohen. Includendo il primo caso di un bambino che reca in sé tre profili genetici e non più solo due – Emma Ott, di Pittsburgh, nata nel 1997 – risultano ufficialmente ben 30 le nascite in tutto il mondo con questo metodo. La tecnica dei "tre genitori" è stata messa a punto anche per tentare di venire a capo di casi particolarmente difficili di sterilità.

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