sabato 7 febbraio 2015
Iil Consiglio di Stato ha sospeso l'efficacia del provvedimento con il quale il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti obbligava gli obiettori di coscienza impiegati nei consultori pubblici a rilasciare il certificato per l'aborto.
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​Dopo il ricorso del Movimento per la vita e delle associazioni dei medici e dei ginecologi cattolici, "il Consiglio di Stato ieri ha sospeso l'efficacia del provvedimento con il quale il presidente della Regione Lazio" Nicola Zingaretti, "nella qualità di commissario governativo, obbligava anche gli obiettori di coscienza impiegati nei consultori pubblici a rilasciareil certificato necessario ad effettuare l'interruzione volontaria digravidanza". Lo comunica il Movimento per la vita presieduto da Carlo Casini, il quale evidenzia "l'importanza di questa decisione, sebbenepronunciata in sede cautelare e non definitiva - precisa - sia perchéinterviene in una antica diatriba, sia perché sottolinea l'importanzacostituzionale dell'obiezione di coscienza".
"Il provvedimento, peraltro - aggiunge Casini - non ha concesso lasospensiva riguardo ad un'altra parte del provvedimento Zingaretti,quella in cui si fa obbligo agli obiettori impiegati nei consultori diprescrivere la pillola del giorno o dei 5 giorni dopo. I giudici nonhanno affermato con certezza il carattere non abortivo di questiprodotti, ma si sono unicamente rifatti ai documenti delle agenziepreposte al controllo dei farmaci europee e nazionali". Secondo il presidente di Mpv questo "vuol dire che la documentazione prodotta dal Movimento ha instillato il dubbio nel Consiglio di Stato. Ciò significa che, se saranno dimostrati gli effetti abortivi di queste sostanze, come del resto già risulta da uno studio attento degli stessi documenti ufficiali, l'obiezione di coscienza potrà essere completamente ripristinata. Una prima reazione - conclude Casini - è attesa dal Tar del Lazio, a cui ora il processo ritorna per un ulteriore approfondimento".
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