martedì 24 giugno 2014
​Il Consiglio di Stato ha stabilito che l'ospedale di Reims potrà interrompere le cure al tetraplegico Vincent Lambert. I genitori, contrari, ricorrono alla Corte dei diritti umani. D.Zappalà
Giustizia per Vincent Francesco Ognibene
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È un verdetto che spacca in due la Francia. Per la giustizia amministrativa, l’alimentazione artificiale e le cure prodigate finora al paziente tetraplegico Vincent Lambert, da 5 anni in stato di coscienza minima a Reims, manifestano «un’ostinazione irragionevole». L’ospedale potrà interromperle, provocando la morte. La decisione solenne del Consiglio di Stato, supremo foro amministrativo, ha raggelato chi sostiene i genitori del trentanovenne, decisi a proteggere la vita del figlio. Hanno già annunciato l’ultimo ricorso possibile, presso la Corte europea dei diritti umani.  Secondo i giudici, il caso Lambert è contemplato dalla legge del 2005 sul fine vita, opposta all’accanimento terapeutico, ma tante altre voci denunciano uno strappo all’insegna dell’eutanasia attiva, che resta un grave reato. Circa 1.700 pazienti francesi vivono in uno stato di handicap grave paragonabile a quello di Vincent e tante famiglie temono adesso un cambio d’atteggiamento dei medici, anche se i giudici hanno appena sottolineato la specificità del caso Lambert.
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