lunedì 16 febbraio 2015
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Se qualcuno si sta chiedendo a chi finiranno i soldi pubblici stanziati dall’ospedale Careggi di Firenze per acquistare i gameti per l’eterologa irreperibili in Italia, la risposta sta in quattro dettagliatissimi siti Internet di biobanche europee che non temono di mostrare il meglio dell’offerta. La più diretta e immediatamente comprensibile è la danese Cryo: un’home page interattiva in cui è possibile selezionare in tre semplici mosse razza, colore dei capelli e degli occhi (volendo anche per sfumature) e accedere ai donatori che rientrano nelle caratteristiche preferite. La schermata che sia apre a questo punto è stupefacente. Con la ricerca avanzata si utilizzano filtri relativi ad altezza, peso e gruppo sanguigno, ma la possibilità di scelta è così mirata che sono previste alcune finestrelle decisamente più impegnative: il donatore ha scelto di rimanere anonimo o no? Qual è la motilità dei suoi spermatozoi? E quante unità di sperma sono disponibili da quel donatore? Scegliendo un donatore dall’elenco di questa bancarella della vita che un ospedale italiano ha scelto come fornitore si accede alla sua scheda, con foto da bambino («fornita volontariamente per aiutare i futuri genitori nella scelta») con la possibilità di sentire la sua voce. In pratica, una conoscenza virtuale col padre del proprio figlio. Quanto ai prezzi, dipendono da una serie di fattori quali il tipo di donatore (anonimo o no), il suo profilo (basic o esteso), la motilità degli spermatozoi e il tipo di trattamento cui sono stati sottoposti. Il prezzo aumenta per sperma purificato, con una maggiore motilità, da donatore non anonimo e di cui è disponibile un profilo dettagliato. Esempio: se per due provette di seme non purificato di discreta motilità da donatore anonimo il prezzo base è di 184 euro (più Iva, del 25%), da donatore non anonimo il prezzo lievita a 460 euro, sempre Iva esclusa. Più spese di spedizione, più eventuali tasse relative per esempio ai contenitori. Mediamente un’aggiunta di 250 euro, cui vanno aggiunte le eventuali spese per il deposito in proporzione al tempo di fermo del seme: 40 euro per 3 mesi, 440 per 5 anni, 820 per 10. Pagamento in contanti, bonifico, assegno o carta di credito. C’è anche l’opzione-vip: donatore esclusivo a 12mila euro. L’azienda comunque consiglia di verificare i prezzi donatore per donatore e sottolinea come la possibilità di accesso all’intero catalogo sia gratuita. La Nordic Cryobank è molto più discreta nel presentarsi, ma poi, grazie a un link sobriamente indicato, rimanda alla European Sperm Bank dove si apprende che il prodotto è disponibile a un costo che varia dai 214 ai 429 euro per unità, più i costi della spedizione (275 euro). Qui tuttavia per chi volesse approfondire le caratteristiche del donatore si pagano 25 euro in più per ogni passaggio dell’accesso al profilo. Con soli 100 euro però si ottiene un lasciapassare di tre mesi. La trasparenza trova un limite sul fronte femminile, dove le due banche di ovociti prescelte – la Ovobank Spain e la Imer Biobank – sono molto più reticenti sui costi, limitandosi a sottolineare (ma non nella versione italiana!) che la Pma con ovodonazione è una procedura costosa per tre motivi: la datrice riceve un compenso per gli inconvenienti del trattamento e del prelievo di ovociti; le vanno pagati i farmaci necessari; il processo di estrazione degli ovociti ha un costo a parte. Ma, evidenzia la Ovobank, i loro ovociti sono più convenienti perché hanno ottimizzato il metodo e le spese per i donatori: «Ottenendo più lotti da ciascun donatore, le spese sono ripartite tra i destinatari in modo che il prezzo diminuisce senza compromettere la qualità del trattamento». Chi e perché vende le proprie cellule riproduttive resta un mistero, dal quale è meglio stornare l’attenzione.Scorrendo i vari forum di aspiranti madri si scopre facilmente che un pacchetto di ovociti dalla Spagna è tutt’altro che economico: l’importazione di uno stock di gameti femminili, trasporto incluso, costa tra i 2.800 e 3.500 euro. Sottraendo al totale il ticket pagato della coppia (nei Lea si parla di 250 euro, ma la Toscana parla di 500), il resto graverebbe sull’ospedale e, quindi, sui conti regionali. Considerando che per le donne sotto i 43 anni è possibile accedere a tre trattamenti di Pma, con impiego ogni volta di nuovi ovociti, e moltiplicando per le coppie che chiedono l’eterologa, la cifra in carico al pubblico si fa consistente. Ma ce l’hanno venduto come un "diritto"...
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