giovedì 28 settembre 2023
Quattromila al pellegrinaggio nazionale a Lourdes. E l’associazione festeggia l’anniversario con una staffetta della statua della Vergine in tutta Italia
Foto di gruppo del pellegrinaggio dell'Unitalsi

Foto di gruppo del pellegrinaggio dell'Unitalsi - Viron foto

COMMENTA E CONDIVIDI

Oltre quattromila persone da tutta Italia, di cui 1.200 malati, stanno animando il pellegrinaggio nazionale Unitalsi 2023 a Lourdes, che si conclude sabato. Una presenza forte, di buon auspicio per un’associazione che festeggia i 120 anni dalla sua fondazione con rinnovato entusiasmo dopo le restrizioni dell’epoca della pandemia. Un anniversario che verrà celebrato con una Peregrinatio Mariae: fino alla prossima Pasqua una statua della Vergine proveniente dalla basilica del Rosario di Lourdes percorrerà l’Italia, con una staffetta tra tutte le sezioni Unitalsi a partire da quella Campana.

Momento culminante, ha annunciato l’arcivescovo di Fermo, Rocco Pennacchio (da gennaio assistente ecclesiastico nazionale Unitalsi), durante la Messa inaugurale del pellegrinaggio, sarà l’udienza da papa Francesco in Vaticano il prossimo 14 dicembre. «Per la fine di questo anno associativo raggiungeremo circa 18mila pellegrini venuti a Lourdes con Unitalsi – sottolinea il presidente nazionale Rocco Palese –. Abbiamo registrato una grande voglia da parte dei sofferenti e dei volontari di tornare a Lourdes: per chi vive una sofferenza continua, venire alla grotta di Massabielle diventa un momento di speranza. Ma anche di svago, condivisione, amicizia con altri pellegrini amici».

Il rettore del Santuario, padre Michel Daubanes, ha augurato ai pellegrini di «vivere al meglio questi giorni e di tornare con «una fede più ardente, un amore reciproco più intenso, una speranza più forte». “Che si costruisca qui una cappella” è il tema di questo pellegrinaggio, seconda tappa del percorso triennale previsto dal Santuario mariano, che fa riferimento a una precisa richiesta della Madonna a Bernadette. La cappella non è solo un luogo fisico, ma fare comunità, fare Chiesa, ha ricordato l’arcivescovo Pennacchio nell’omelia della Messa internazionale nella basilica San Pio X: «San Paolo ci ha detto che il tempio di Dio, quindi la cappella, siamo noi; Gesù ci ha esortati a essere cristiani e fondare la nostra casa su di Lui, solida roccia. Vedendo questo immenso popolo di pellegrini, di ammalati, di volontari, vedo persone che non hanno timore di lasciarsi interpellare dalle parole di Gesù e che, insieme, formano il tempio di Dio».

Il popolo di pellegrini scorre incessante per l’area del Santuario, affolla le celebrazioni, si riunisce in preghiera: «L’incontro con Maria dà speranza – osserva il presidente Palese – anche alle persone con difficoltà importanti. È palpabile l’incontro con Lei alla grotta di Massabielle, si percepisce una presenza sorridente, accogliente, confortante. Basta vedere i genitori che accompagnano i loro figli, anche grandi, in carrozzina: si capisce che qui trovano un angolo di Paradiso». Alla speranza che si respira tra i pellegrini hanno fatto riferimento tanti momenti forti di questi giorni. Fino a quello che, domani, sarà l’atto di affidamento a Maria. Osserva l’arcivescovo Pennacchio: «Qui si fa un’esperienza di fede e di spiritualità mariana. La preparazione è scrupolosa nei minimi dettagli, non solo organizzativi, ma che del nutrimento spirituale».

Infatti a livello della pietà popolare, aggiunge, l’esperienza del pellegrinaggio e comprensibile a chiunque, semplici e dotti. È un’esperienza di fraternità e momento in cui una buona confessione, la Via Crucis, il sostare di fronte alla grotta favoriscono la contrizione per i propri peccati e la conversione». Altro momento forte è stato ieri l’incontro “costruttori di speranza”, coordinato da Alessandro De Franciscis, presidente dell’Ufficio degli accertamenti medici di Lourdes.

È stata l’occasione per presentare il Progetto dei Piccoli di Unitalsi: la messa a disposizione di appartamenti per famiglie i cui figli devono essere curati negli ospedali delle grandi città. Ecco quindi che mamma Anna e papà Mario hanno trovato accoglienza a Casa Bernadette a Roma, mentre la loro piccola Antonia veniva curata all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù. Mentre Lavinia con la mamma Lina, sono state ospitate a Casa Sveva a Napoli. E Francesca ha raccontato l’esperienza ligure, dove Unitalsi ha ora cinque appartamenti per famiglie con bambini in cura all’ospedale Gaslini di Genova. Ha portato la sua testimonianza – in collegamento video – anche suor Veronica Donatello, responsabile ufficio nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della Cei: «La sfida è stare accanto agli ultimi e ripartire da loro, per essere segno di speranza nelle nostre diocesi».

La voglia di arrivare a Lourdes non ha fatto perdere la speranza a chi ha trovato maggiori difficoltà nel viaggio. «Due nostri treni, proprio quelli con il percorso più lungo, da Sicilia, Calabria e Campania – ha lamentato il presidente Palese – sono stati fermati a Ventimiglia per lo sciopero delle ferrovie francesi, nonostante sapessero da un anno del nostro arrivo. Siamo stati costretti a richiamare 30 bus e a trasportare tutti i pellegrini, malati compresi. Quasi mille persone sono arrivate qui con grandi disagi. E per il ritorno sarà lo stesso: in bus fino al confine italiano». Palese ha fatto un appello alle autorità e alle ferrovie francesi: «Non siamo contrari allo sciopero, ma vorremmo avere la giusta considerazione. Anche in passato i nostri malati sono stati costretti a partire alle 6 del mattino, alzandosi alle 3. Per noi c’è in gioco la dignità delle persone, dei nostri ammalati, anche gravi, che non possono venire a Lourdes se non in treno». «E noi – ha puntualizzato il presidente Palese – non abbandoneremo mai Lourdes, perché siamo nati per venire qui, questa è la nostra casa».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: