Suicidio assistito, il 4 novembre legge toscana alla Consulta
di Redazione
L'atteso giudizio della Corte costituzionale sul primo provvedimento che in Italia ha legalizzato la morte volontaria avrà riflessi sul cantiere della legge nazionale
Verrà esaminata dalla Corte costituzionale nell’udienza pubblica del 4 novembre la discussa legge della Regione Toscana n.16 “Modalità organizzative per la procedura medicalizzata di assistenza al suicidio” approvata in Consiglio regionale l’11 febbraio ed entrata in vigore il 14 marzo. A impugnare la legge – la prima in Italia a depenalizzare l’assistenza al suicidio, garantita da personale del Servizio sanitario – il Governo che contesta il fatto che la Regione si sia arrogata il potere di legiferare in una materia coperta dal diritto penale e che è relativa a un diritto indisponibile come la vita umana, oggetto di riserva di legge nazionale. Il ricorso – si legge nella documentazione prodotta dalla Consulta in vista dell’udienza – fa perno sulla «denunciata disciplina, con legge regionale, dell’accesso della persona a una morte volontaria rientrante nella materia “ordinamento civile e penale” riservata alla legislazione esclusiva statale in quanto incidente su diritti personalissimi, tra i quali quello alla vita e all’integrità». La legge ha già consentito la morte volontaria di un cittadino toscano: Daniele Pieroni, scrittore 64enne di Chiusi (Siena), malato di Parkinson, morto per suicidio assistito il 17 maggio autosomministrandosi una sostanza letale fornitagli dall’Azienda sanitaria. Dopo la Toscana anche la Sardegna il 17 settembre. Il verdetto della Consulta, atteso non nell’immediato, avrà inevitabili effetti anche nel dibattito in vista di una nuova legge nazionale sul fine vita.
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