Il cardinale Marcello Semeraro durante uno dei suoi numerosissimi incontri con papa Francesco - Foto Siciliani
Roma L’ultima volta che si sono visti hanno parlato anche di Carlo Acutis. E anche di altri argomenti. «“ Pòrtate bien”, cioè “fai il bravo” mi ha detto come al solito – ricorda il cardinale Marcello Semeraro –. Era il suo modo di scherzare per dimostrarmi il suo affetto. Del resto ho avuto la fortuna di essere stato il primo e l’ultimo ricevuto in udienza ufficiale, all’inizio e alla fine del pontificato. Una circostanza che porterò sempre nel cuore». Il prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi racconta così l’udienza del Lunedì Santo, esattamente una settimana prima della morte di papa Bergoglio.
Eminenza, che cosa vi siete detti in quella occasione?
Devo dire la verità, quando il reggente della Prefettura della Casa Pontificia, padre Leonardo Sapienza, mi ha telefonato confermandomi questo appuntamento che era in agenda da tempo, ma che io ritenevo fosse stato sospeso per la convalescenza del Papa, sono rimasto sorpreso. Avevo già mandato la settimana precedente alcuni decreti che riguardavano cause in corso e il sostituto, l’arcivescovo Peña Parra, mi aveva già detto che il Papa li aveva guardati e approvati e quindi pensavo mi sarebbero stati trasmessi per iscritto. Io stesso avevo chiamato uno dei suoi segretari, qualche giorno prima, chiedendogli di riferirgli che su una questione per la quale mi aveva chiesto un parere ero pronto e gliel’avrei esposto poi più avanti quando con la salute sarebbe stato possibile. Ma il segretario me l’ha passato brevemente e ho espresso il desiderio di rivederlo al più presto. Così, sono andato da lui lunedì 14 aprile.
28 novembre 2020: papa Francesco impone la berretta cardinalizia a Semeraro - Foto Siciliani
Come è stato l’incontro?
Per prima cosa mi ha dato i decreti firmati, poi abbiamo parlato di altre cose. Ma mi rispondeva come se la sua mente fosse un po’ altrove e questo mi ha preoccupato perché mi sono ricordato di mio padre, poco prima che morisse. Avrei voluto abbracciare il Papa, ma aveva i naselli e temevo di fargli male, così mi sono trattenuto e gli detto “poi ci rivediamo con calma”. E gli ho baciato la mano con affetto. Sono andato via commosso, perché non ero sicuro che ci saremmo rivisti. Quando poi mi è arrivata la notizia della morte, mi sono ricordato che ero stato praticamente uno dei primi, se non il primo, a essere ricevuto da lui subito dopo l’elezione. E questo ha acuito la mia commozione.
Cosa la legava a papa Francesco?
Fin da prima di essere eletto, c’era stato tra noi un rapporto di amicizia, nato in occasione della decima assemblea generale del Sinodo dei Vescovi, quando egli subentrò come relatore aggiunto all’arcivescovo di New York, trattenuto in patria dalla tragedia delle Torri Gemelle. Così è cominciata una familiarità che si è incrementata quando veniva a Roma. E ancora di più dopo l’elezione, allorché mi nominò segretario del Consiglio dei cardinali per la riforma della Curia Romana. La frase che soleva ripetermi è nata proprio allora. Me la diceva sempre sorridendo, con un atteggiamento simile a quello del papà. E in tutti questi anni si sono intrecciati momenti istituzionali e di familiarità. Fino all’ultimo incontro il lunedì della Settimana Santa.
Avete parlato anche della canonizzazione di Carlo Acutis?
Sì. E poiché lo vedevo affaticato nel parlare, lo avevo rassicurato che avremmo trovato il modo più adatto. Magari facendo leggere la formula ufficiale da un protonotario apostolico con il Papa che avrebbe dato il suo assenso. Abbiamo anche accennato alla canonizzazione di Piergiorgio Frassati, al quale per motivi di famiglia era affezionato. Ma il Signore lo ha chiamato a sé prima di questi due eventi.
Il cardinale Marcello Semeraro - Foto Siciliani
Chi era Carlo Acutis per il Papa?
Francesco era ammirato dalla figura semplice di questo ragazzo. E riteneva che potesse essere un modello per quanti si trovano nella fase della vita che chiamiamo adolescenza. Specie in un tempo tanto difficile come il nostro.
Papa Bergoglio ha avuto un’attenzione pastorale nuova per gli adolescenti. Perché, secondo lei?
Per lui era un segno dei tempi. In passato non c’era grande attenzione per questa età. O si era bambini o si diventava immediatamente giovani e adulti. Ma oggi è diverso. All’inizio del terzo millennio l’adolescenza si presenta con tutta la sua delicatezza e le sue istanze. Questo ha richiesto una corrispondenza pastorale da parte di papa Francesco. Ma non dimentichiamo che ha insistito anche sui nonni. E ha invitato le diverse generazioni a dialogare tra loro nella famiglia e nella società.

Una riunione del "C9", il Consiglio dei cardinali per la riforma della Curia romana. Semeraro è alla sinistra del Papa - Foto Siciliani
Che significato avrà, domani, la celebrazione del Giubileo degli adolescenti, il giorno dopo i funerali del Papa?
Il Giubileo degli adolescenti coinciderà con il secondo giorno dei novendiali, cioè le messe in suffragio del Papa. E sarà bello che a pregare per Francesco, che ha saputo parlare alle nuovissime generazioni, siano proprio i ragazzi. Ricordiamo come concludeva sempre i suoi discorsi. «E per favore non dimenticatevi di pregare per me». Una settimana dopo l’ultima domenica, quella di Pasqua, vissuta dal Pontefice tra la sua gente, nonostante le difficoltà della salute, saranno i ragazzi a non dimenticarsi di pregare per lui. E questo è anche un potente segnale di apertura verso il futuro della Chiesa e del mondo.
Quando si potrà fare la canonizzazione di Carlo Acutis?
Le canonizzazioni, e anche le beatificazioni, sono atti del Papa. Per cui, nel momento in cui il Papa non c’è più, è doveroso attendere ciò che disporrà il nuovo successore di Pietro.