martedì 24 ottobre 2023
«Una freschezza che sorprende: il Vangelo nella cultura di oggi» è il tema proposto dal Servizio Cei per l'Insegnamento della religione a 130 insegnanti ad Assisi per il corso annuale di aggiornamento
La Basilica di San Francesco ad Assisi

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«Una freschezza che sorprende: il Vangelo nella cultura di oggi». Il titolo di un piccolo libro di Michael Paul Gallagher (edito da Edb) offre lo spunto per la riflessione al centro del corso di aggiornamento che anche quest’anno la Conferenza episcopale italiana propone a un’ampia platea di insegnanti provenienti da tutta Italia. Può sembrare un’ipotesi di lavoro azzardata, almeno a prima vista. «Con l’avvento della sensibilità postmoderna – scrive il teologo irlandese – la religione appare agli occhi di molti qualcosa di antico, di noioso e di alieno, quasi una lingua morta». O, peggio ancora, qualcosa di sconosciuto, di confuso, di incomprensibile. Sufficientemente nota per darla per scontata, e allo stesso tempo talmente estranea da apparire inaspettatamente nuova a chi tentasse di andare oltre gli stereotipi diffusi. In ogni tempo il cristianesimo ha dato prova della sua fecondità nei diversi campi della cultura e della vita. Quali sono le strade che si aprono oggi – ci chiediamo con Gallagher – per cui i valori e i significati costruiti umanamente possano essere confermati o perfino liberati «da questa promessa di amore, da una sorpresa che va oltre ogni nostra immaginazione» quale reclama di essere il messaggio evangelico?

Anche papa Francesco non smette di invitare coloro che abitano gli spazi educativi a fuggire dalla logica della mera ripetizione e dedicarsi invece a «generare e mostrare nuovi orizzonti, in cui l'ospitalità, la solidarietà intergenerazionale e il valore della trascendenza fondino una nuova cultura». Si tratta di una mappa di futuro in cui l’Irc si riconosce e può offrire un valido contributo. Tanto più, sottolinea ancora il Papa, che siamo davanti a obiettivi raggiungibili solo stringendo un patto, una vera e propria alleanza educativa tra famiglia, scuola e tutte le componenti della società, a favore della crescita dei più giovani. Un po’ come l’Irc, che si fonda sulla convergenza tra il servizio delle istituzioni, civili ed ecclesiali, e la scelta dei genitori e degli studenti. Come cittadini a pieno titolo della scuola, gli insegnanti di religione hanno davanti le stesse sfide dei loro colleghi: attrezzare i ragazzi a vivere il presente, metterli a contatto con le radici della nostra storia e identità, dare loro gli strumenti per immaginare e preparare il futuro. Tra questi, vi è certamente l’immenso patrimonio di storie, insegnamenti, luoghi, immagini e volti che hanno dato forma a duemila anni di cultura italiana ed europea, e continuano a parlare alle esigenze e alle domande dell’uomo contemporaneo. Ma il primo sussidio che i docenti di Irc possono offrire è la loro professionalità, fatta di competenza culturale, di abilità pedagogica e di passione educativa. Sono fra quelli che lo scrittore Andrea Bajani definisce i « Professori della Testimonianza»: fuochi che divampano sopra la cattedra, contenti di fare quel mestiere e animati dalla passione per la loro materia e la consapevolezza della natura vivificante della relazione quotidiana con i ragazzi. Qualcuno che faccia loro quasi vedere e toccare, e non solo ascoltare, ciò che è oggetto delle lezioni: non un residuo che non vuol passare, ma una bellezza che interroga.

Responsabile Servizio nazionale della Cei per l’Insegnamento della religione cattolica

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