martedì 6 dicembre 2022
Dalla Commissione Cei per la valutazione dei film quattro proposte (più una) per farsi aiutare ad “alzare lo sguardo” con il linguaggio delle immagini


«Ma ecco, nel cuore della notte, il segno di speranza! Oggi, “l’amor che move il sole e l’altre stelle” (Par., XXXIII, 145), come dice Dante, si è fatto carne. È venuto in forma umana, ha condiviso i nostri drammi e ha rotto il muro della nostra indifferenza». Sono le parole di papa Francesco pronunciate poco meno di un anno fa, il giorno di Natale 2021, nel consueto messaggio “Urbi et orbi”. Parole sempreverdi, che corroborano il nostro oggi, dopo un anno segnato da non poche difficoltà e tragedie, in primis il vento di guerra che sferza l’Europa. Ma ogni volta, all’inizio di un nuovo percorso verso il Natale, si accende quella luce di speranza, la promessa di un cambiamento.

Proprio a questo nostro camminare fiducioso è dedicato il Sussidio Sul sentiero del Natale, una proposta pastorale, culturale ed educativa che la Commissione nazionale valutazione film della Cei (Cnvf) ha messo a punto per accompagnare la riflessione di queste settimane fino alla Vigilia, quando brilla la luce nel buio della notte. Curato da Massimo Giraldi, don Andrea Verdecchia ed Eliana Ariola – insieme a chi scrive –, il Sussidio si articola in una proposta che fonde suggestioni dei Vangeli dell’Avvento con alcuni temi chiave: cammino, promessa, profezia e salvezza. Quattro bussole narrative che si legano ad altrettante piste cinematografiche scelte per regalare alla comunità sul territorio momenti di riflessione e d’evasione. Nella maggioranza film al cinema. Un modo per scommettere con decisione sulla visione in sala, sulla qualità e unicità dell’esperienza cinematografica, in linea anche con l’impegno dell’Acec Sale della Comunità.

L’augurio, infatti, come sottolineano don Gianluca Bernardini e Arianna Prevedello, è quello di un Natale di (ri)partenza anche per la sala. Ecco allora i titoli cui abbiamo rivolto il nostro sguardo di approfondimento: il dramma sociale Tori e Lokita (2022) dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, che ci pone al seguito di due giovani africani in cerca di accoglienza nel cuore dell’Europa, esposti all’indifferenza e all’erosione del Male; la favola familiare di matrice hollywoodiana Come per disincanto ( Disenchanted, 2022) diretta da Adam Shankman, che tra lampi di fantasia e performance in chiave musical riflette sul raggiungimento della felicità nel quotidiano, in casa. Ancora, il biopic con vibrazioni rock Chiara (2022) di Susanna Nicchiarelli, ritratto della santa di Assisi seguendone la traiettoria umana, il suo percorso come donna libera e luminosa; la commedia esistenziale Il principe di Roma (2022) di Edoardo Falcone, un ritorno alla Roma di inizio Ottocento al seguito di un uomo ricco e inaridito dalla vita, che si scopre capace di amare e di virare dall’“Io” al “Noi”. Completa poi la proposta un’attenzione al passato, la valorizzazione della memoria cinematografica condivisa: un breve excursus sul racconto Canto di Natale (1843) di Charles Dickens attraverso i suoi numerosi adattamenti tra grande e piccolo schermo.

Vincenzo Corrado, infine, rimarca come il cinema aiuti a rompere gli argini e a cogliere dalle fessure il bagliore della speranza, recuperando il guadagno del regista tedesco Wim Wenders. A ben vedere, è quel potere “maieutico” e “catartico” del cinema, capace di accompagnarci nelle complesse costellazioni del nostro animo e a direzionarlo verso quella stella che punta alla speranza. (Il Sussidio si può scaricare da Comunicazionisociali. Chiesacattolica.it e Cnvf.it)

Segretario Commissione film Cei



TORI E LOKITA
Aiuto tra ultimi per affrontare i tranelli del Male

«Tori e Lokita

«Tori e Lokita - .

A Cannes lo scorso maggio i fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne hanno ottenuto il riconoscimento per il 75° anniversario del Festival. Il loro ultimo film Tori e Lokita (in sala con Lucky Red) è una bruciante e dolente istantanea del nostro presente, il racconto di due minori africani che si fanno cercatori di futuro in Belgio, nel cuore della “civilissima” Europa. Lì l’accoglienza è fredda e respingente, segnata da vertigini asfittiche. Il preadolescente Tori e la sedicenne Lokita, però, non si abbandonano alla sfiducia, agli inciampi del Male; resistono grazie alla tenerezza che li lega. Una solidarietà tra ultimi che sconfina nelle praterie dell’affetto familiare. Ed è lì che il dramma vira verso la poesia. Un film vibrante e commovente.

COME PER DISINCANTO
Felicità in famiglia, con sentimento

Secondo giro a Hollywood per la favola con Amy Adams e Patrick Dempsey. Dopo il successo di Come d’incanto ( Enchanted, 2007), su DisneyPlus è da poco disponibile il seguito Come per disincanto ( Disenchanted), colorato racconto familiare condito da inserti musical e lampi di comicità giocosa. La vita dei protagonisti, Giselle e Robert, si complica quando si struttura in famiglia e sceglie la provincia come luogo dove mettere le radici; uno spazio piccolo, che alimenta insicurezze.

L’espediente della favola familiare apre a riflessioni di senso, ossia la ricerca della felicità in casa, il ruolo genitoriale e l’impossibilità di aderire a modelli patinati che propongono una perfezione senza sentimento. Una storia che valorizza il “Noi”, la famiglia che poggia su comprensione e dialogo.

IL PRINCIPE DI ROMA
La salvezza? Dalla ricerca di sé

Tra Ebenezer Scrooge, Rugantino e il marchese del Grillo. Figure apparentemente distanti, accostate dalla bella e acuta commedia esistenziale Il principe di Roma (al cinema con Lucky Red) scritta e diretta da Edoardo Falcone, di nuovo al lavoro con Marco Giallini dopo Se Dio vuole (2015) e Io sono Babbo Natale (2021). In cartellone alla 17esima Festa del Cinema, è la storia di un uomo ricco e avaro nella “Roma papalina” dell’Ottocento, disposto a tutto pur di ottenere un titolo nobiliare e cancellare le umili origini. Grazie a tre apparizioni – fantasmi o proiezione della coscienza? – si squadernerà per lui un viaggio dickensiano alla ricerca di sé. Un film che coniuga la Storia con la favola sociale, una brillante riflessione sulla salvezza.

CHIARA
Libertà di donna che sa parlare ai cuori giovani

In Concorso alla 79esima Mostra del Cinema della Biennale di Venezia, dove ha ottenuto il riconoscimento cattolico internazionale Signis, il film Chiara (al cinema con 01 Distribution), di Susanna Nicchiarelli, è un intenso e coinvolgente ritratto della santa di Assisi. Combinando fonti storiche e gli studi della medievalista Chiara Frugoni – cui il film è dedicato – la Nicchiarelli costruisce un’opera classica e rock, poetica e femminista.
Margherita Mazzucco abita con grinta e luminosità il personaggio della diciottenne Chiara che abbandona casa e agi per seguire Francesco, il Vangelo e una fede che poggia su valori di povertà e carità. Una donna umile nell’animo, ma non sottomessa. Una donna resaesa libera dalla fede, un modello per tante giovani di ieri e di oggi.

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