Su Rai1 l’amore per il vecchio Carosello oscura la vera love story

Carosello in love trasforma Carosello in semplice sfondo nostalgico, facendo rimpiangere la qualità delle vecchie réclame rispetto agli spot di oggi.
December 2, 2025
Su Rai1 l’amore per il vecchio Carosello oscura la vera love story
La storia d’amore è un pretesto o Carosello è un pretesto? Di fronte al film per la tv andato in onda domenica in prima serata su Rai 1, Carosello in love, l’interrogativo è lecito. Prima di vederlo era accreditata la prima ipotesi è cioè che la contrastata e in qualche modo fiabesca vicenda amorosa di Laura e Mario servisse per raccontare la trasmissione che ha fatto la storia della tv. In realtà Carosello, in onda dal 1957 al 1977, fa solo da sfondo, dettando soprattutto i salti temporali, in modo da far raccontare al regista Jacopo Bonvicini la storia di due giovani che per vent’anni si avvicinano e si allontanano nel tentativo di «trovarsi»: da una parte Laura (Ludovica Martino), affascinata come tante altre ragazze negli anni Cinquanta dal potere della tv, che vince il concorso per segretarie in Rai; dall’altra Mario (Giacomo Giorgio), regista creativo e sciupafemmine, che si ritrova suo malgrado a dirigere le «réclame» mentre il suo sogno è il cinema. Laura ama tutto di Carosello: i prodotti che promuove e i modelli di felicità che propone, sognando una vita come quelle che si vedono sul piccolo schermo.
Per Mario, invece, il televisore è un apparecchio come un altro, un elettrodomestico. Laura considera Mario un intellettuale snob e farfallone e lui, a sua volta, pensa che lei sia un’ingenua, una delle tante che si fanno abbindolare da falsi miti e fantasie. All’inizio tra i due sono scintille, ma col passare degli anni le cose cambiano. Lasciamo perdere se ci sia o non ci sia il lieto fine, per non togliere la sorpresa a chi non ha visto il film e lo vuole recuperare su RaiPlay, ma anche perché nella riflessione avviata ci interessa soprattutto ribadire che Carosello, pur rappresentando la parte realistica di una favola, fa solo da sfondo con semmai un effetto nostalgia per chi quei vent’anni li ha vissuti tutti o in parte e molto spesso la sera non mancava all’appuntamento con il programma che segnava per i bambini anche l’ora di andare a letto: dopo Carosello, appunto.
Non ci dimentichiamo che la tv generalista ha ormai un pubblico soprattutto di anziani, anche se di Carosello i più giovani ne hanno senz’altro sentito parlare dai loro genitori o dai loro nonni, che ricordano come allora il richiamo al prodotto pubblicizzato avvenisse solo alla fine di una sorta di mini film, spesso gustosi e divertenti, interpretati dai più noti attori dell’epoca e diretti anche da grandi registi tra cui persino Federico Fellini. Dopo di che, morto Carosello, sono nati gli spot e con l’avvento delle televisioni commerciali sono aumentati a dismisura gli spazi pubblicitari. Ma quantità e qualità non sono mai andate d’accordo. Ecco allora che in mezzo a tanti spot d’autore o comunque gradevoli, a parte l’aspetto consumistico, sono saltati fuori prodotti discutibili e a volte irriverenti, che davvero fanno rimpiangere Carosello.

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