La Gialappa’s tradisce: si ride poco ed è pure blasfema

Se non ci possiamo più fidare nemmeno dei Gialappi, siamo messi davvero male per quanto riguarda la comicità in tv
October 23, 2025
Se non ci possiamo più fidare nemmeno dei Gialappi, siamo messi davvero male per quanto riguarda la comicità in tv. GiallapaShow su Tv8 e Sky Uno il lunedì alle 21,30 era la nostra ultima speranza che si potesse ancora ridere di fronte a un programma comico. Purtroppo, stando alla prima puntata della sesta stagione, non è così. Qualcosa di buono, dal suo personale cilindro, Mago Forest (alias Michele Foresta) lo tira fuori sempre, ma questa volta non basta il surreale conduttore così come non bastano gli intermezzi dei bravi Neri per caso e le tradizionali voci fuori campo che sono la trovata del successo della Gialappa’s Band di un tempo e degli attuali due superstiti: Giorgio Gherarducci e Marco Santin. Scarso contributo anche dalla co-conduttrice di turno, Miriam Leone. In GialappaShow numero sei sono troppe le cose che non vanno, a partire dalle imitazioni, che dovrebbero essere il piatto forte del programma. Non va Giulia Vecchio quando fa Monica Setta in «Robba de donne». Non va Gigi (Luigi Esposito del duo con Ross, ovvero Rosario Morra) quando imita Stefano De Martino di Affari tuoi o un incattivito Toni Servillo. Eccessivo anche il duetto, soprattutto nel finale, tra Achille Lauro (Giovanni Vernia) e «Annalaisa» (Brenda Giordani). Così e così Valentina Barbieri nel proporre una Giulia De Lellis divulgatrice scientifica che non sa di cosa sta parlando. Sembra funzionare meno del solito anche la parodia «Sensualità a corte» con Marcello Cesena (Jean Claude) e Simona Garbarino (Madre).
Si salva Edoardo Ferrario sotto le mentite spoglie di Maicol Pirozzi e soprattutto Ubaldo Pantani nei panni di Pier Silvio Berlusconi e in parte anche in quelli di Joe Bastianich in versione Foodish. Abbastanza bene anche Stefano Rapone e Alessandro Betti che interpreta il disturbatore di studio. Il più divertente è forse il demotivatore Toni Bonji, che veste anche la toga dell’avvocato Enrico Maria D’Ufficio, che durante il processo, anziché difendere il suo assistito, lo mette in guai peggiori con altri capi d’accusa. Per il resto si fatica a sopportare Michela Giraud (di cui non si capisce tutto il successo attuale), che qui veste gli abiti religiosi di Suor Piena in un’insulsa parodia di Che Dio ci aiuti, ovvero Che Dio ce salvi!. Il fondo però lo tocca Ross (il rammentato Rosario Morra del duo con Gigi) nello sketch «Cinque cose da non fare in chiesa». Tra queste «Non far partire un trenino con la gente in fila per la Comunione» o «Indicare un bambino e dare colpetti con il gomito al prete». Non ripetiamo la quinta cosa da non fare perché è stupida quanto blasfema. E ora ci accusino pure di essere bigotti, bacchettoni, moralisti… tutto quello che si vuole, ma sull’Eucarestia, fonte e culmine della vita cristiana, è giusto pretendere rispetto anche da parte di chi non crede. Almeno così dimostrerebbe un minimo di intelligenza. 

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