sabato 5 novembre 2011
Idee chiare: ieri ("Corsera", p. 50) Marco Ventura – che tra parentesi quando scrive di Chiesa cattolica pare sempre avere una spinetta in gola – annuncia fin dal titolo ai lettori che «La visione economica del Vaticano (è il) primato della Politica sulla Finanza». E perché? Perché ora in un documento del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha letto che «Liberando l'immaginazione l'uomo libera la sua esistenza». Sorpreso, lui, che perciò annuncia ai lettori che attualmente in Vaticano «il sapore anni Sessanta non è casuale» perché questo linguaggio è ispirato alla "Pacem in Terris" di Papa Giovanni che nel 1963 «annunciò l'avvento del mondo globale» e a Paolo VI che con la "Populorum Progressio del 1967 invocò un'economia ispirata dalla «visione chiara di tutti gli aspetti economici, sociali, culturali e spirituali». L'opinione di Ventura è che «deve tornare alle profezie di allora, il cattolicesimo, se vuole rispondere» all'attuale realtà del «collasso generale provocato dall'idolatria del mercato», formula che secondo lo stesso Ventura è di Giovanni Paolo II. Più avanti egli scrive che «il documento vaticano» continua, «recependo Benedetto XVI», quindi «rivendica il primato di spiritualità, etica e politica su economia e finanza». Dunque insieme Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto! Domanda: ha mai, la Santa Sede di questi ultimi 50 anni – dal Concilio in poi, per intenderci – rivendicato «il primato dell'economia e della finanza"» su «spiritualità, etica e politica»? E allora perché sentire solo «il sapore degli anni 60»? E perché «il cattolicesimo» dovrebbe «tornare alle profezie di allora», se queste sono di allora e di sempre? Mistero di spinetta in gola…
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI