mercoledì 13 luglio 2011
Lupus a tre tempi: il primo contento. Domenica qui su "Agorà" (p. 7) titolo bellissimo per l'ampia intervista di Massimiliano Castellani al "gigante buono": «Bud Spencer: la vera forza? Porgere l'altra guancia». Proprio così, con due ricordi spontanei. Quando ero piccolo, famiglia di 12 persone tra cui 8 figli, mia madre che viveva pregando e pregava vivendo tutti i suoi impegni di sposa, madre e padrona di casa, aveva esposto per tutti, visibilissimo, un cartello programmatico: «Chi cede vince!». Senso di Vangelo puro, che ritrovo sulla bocca dell'attore di tanti film divertenti e semplici, in coppia con il Terence Hill dalle molte vesti. Ed ecco il secondo ricordo, felice anch'esso. Inizio anni 70, in occasione di lunghi soggiorni in Germania, tra attività pastorali, studi teologici e apprendimento della lingua, mi capitò un paio di volte di andare al cinema, e sempre per vedere loro due. Da noi i titoli includevano "Trinità", là invece "Allelujah", per esempio. «Quattro pugni per Allelujah». In quei tempi, da quelle parti la realtà della vita degli italiani emigrati non era agevole e sull'Italia regnavano spesso pregiudizi ostili. Ebbene: vedere i tedeschi, uomini e donne, giovani e anziani ridere a crepapelle, qualcuno addirittura cadendo dalle poltrone per applaudire a scena aperta quei film fu piccola soddisfazione tutta nazionale. Tra l'altro nelle sale di cinema si entrava solo all'inizio dello spettacolo, e alla fine si usciva per obbligo. Ebbene: parecchi uscivano, ma rientravano apposta per rivedere e ridere nuovamente di gusto… Ora, alla mia antica gratitudine italiana, da Avvenire se ne aggiunge una tutta cristiana…
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