sabato 1 febbraio 2014
Ieri "Messaggero" (p. 25) e "Unità" (p. 18) Franca Giansoldati e Pietro Folena sulla «modernità inaudita» di san Francesco nel suo "Cantico delle creature" e nel suo vivere in tutta spontaneità la realtà del corpo senza falsi pudori: dalla "svestizione" davanti al padre terreno che abbandonava, al volersi presentare senza vesti, «nudo sulla nuda terra», al Padre Celeste cui tornava. Il corpo umano! Sempre ieri sul "Corsera" (p. 46: «L'uomo, oggetto delle meraviglie tra pezzi unici e magiche reliquie») anche Mario Missiroli con lo sconfinato racconto delle vicende del corpo dell'uomo in un libro del patologo Francisco González Crussí sulla storia dell'anatomia. Il corpo umano al centro di ogni tempo, anche della modernità... E tu ricordi che «il Verbo si è fatto carne» (Gv 1,18), che già Tertulliano – inizi del II secolo – scrive che «la carne è il cardine della salvezza» e che san Tommaso, il Dottore Angelico (!), afferma nella sua Summa Theologiae che il principio di individuazione dell'uomo, perché egli sia tale e non un altro, è il suo corpo, «la materia segnata dalla (sua) quantità». Già: ecco perché la fede ragionevolmente crede «la risurrezione della carne e la vita eterna».
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