domenica 16 dicembre 2007
Finalmente! Ieri "Avvenire" (p. 8) notava che Eugenio Scalfari ("Espresso", 20/12, pp. 68-69) segnalava ciò che nessun "laico" e nessuno tra i tanti cattolici (?) illustri che hanno ululato in pagina aveva capito: l'emendamento antiomofobia bocciato da Binetti non era solo fuori luogo e superfluo " perché ogni discriminazione e violenza per ragioni di sessualità è già condannata nella Costituzione e punita nei codici di legge " ma come formulato «configurava un inaccettabile reato di opinione» e portava un mare di guai e di confusioni. Se passava, infatti, come non accusare in blocco d'ora in poi la Chiesa cattolica perché ordina preti solo maschi, non ammette al sacerdozio soggetti dichiaratamente omosessuali e addirittura impegna per disciplina storica i suoi preti al celibato? Inaccettabili discriminazioni sessuali! la Chiesa come tale fuori legge. Follia pura! Lo è anche che ci sia voluto Scalfari per segnalarlo! Bene, allora? Sì, ma non si può avere tutto. Ecco perché " stessa intervista " tornano i soliti ed equivoci luoghi comuni sulla "separazione" tra Chiesa e Stato, per cui se monsignor Betori ha telefonato alla senatrice Binetti "prima" della sua scelta è un reato di grave interferenza, se lo ha fatto dopo pazienza" Questa è una follia nuova! Una volta dicevano che «nell'esercizio del suo ministero» " quindi nella liturgia " un prete non poteva «interferire», ed era già illogico, ora anche il telefono è diventato strumento liturgico. Rivendichiamo «telefono libero» per i cittadini tutti, preti e vescovi compresi. Quando lo capiranno anche certi "laici"? "Spe salvi": la speranza non delude.
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