venerdì 12 ottobre 2012
Oggi e ieri viva il Concilio, ma in certo mondo "laico" resistono gravi ritardi, magari presentati come "ultimo grido". Ieri con rispetto e un po' di conoscenza amichevole leggo Angiolo Bandinelli sul "Foglio" (p.2): «Perché il creazionismo non regge più di fronte alla ultime teorie scientifiche sulla vita terrestre». Inizio secco: «Stavolta non si scappa: bisogna arrendersi all'evidenza». L'evidenza: «Un gruppo di astrofisici» di tre grandi Università «conferma quanto si vociferava da tempo: la vita potrebbe non essere nata sulla Terra... (ma) sarebbe arrivata» da «microrganismi che hanno viaggiato nell'interspazio su frammenti di meteoriti da altri pianeti». Segue entusiasmo per il Giordano Bruno degli «Infiniti mondi» e secca conclusione: «la teoria della creazione unica», con il richiamo all'«argilla di Adamo e Eva… non regge più». Che dire? Che non pare normale presentare un'«evidenza» con due condizionali («potrebbe… sarebbe»), ma soprattutto che si fa confusione tra fede nella creazione secondo la rivelazione ebraico-cristiana e teoria del "creazionismo" che con pretesa scientifica è alternativa all'evoluzionismo in una visione fondamentalista di Bibbia e religione. E per caso proprio ieri Benedetto XVI ha messo in guardia dai «fondamentalismi»! Nessuno ha mai parlato a Bandinelli del significato del duplice racconto della creazione in Genesi 1 e 2 e della natura di quei testi? Possibile che appellandosi a Giordano Bruno si dimentichi la lezione di Galileo anche agli uomini di Chiesa, «la Bibbia non ci dice come vanno i cieli, ma come si va in Cielo»? Caro Angiolo, rispettiamoci a vicenda, credenti, non credenti o diversamente credenti: è un bene per tutti…
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