sabato 24 dicembre 2011
Ieri su tutti i giornali le parole di Benedetto XVI in relazione alla crisi globale che incombe. Su "L'Unità" (p. 19) bel titolo adeguato: «Manca la forza etica per accettare sacrifici». Guarda la Chiesa il Papa, con ombre e luci, preoccupazioni e speranze, e ricorda che in questo ambito «la luce e la forza deve venire dall'alto»: dono, responsabilità e libertà di accoglienza… Poi guarda anche al mondo e l'accento è forte sulla volontà di bene comune. Ci pensi su e vedi che talora proprio la visione "comune" pare difettosa. E così a "Porta a Porta" l'altra sera hai ascoltato una "ministra" che tutta seria raccontava che a lei, quando è in difficoltà, basta «una bella passeggiata per prati e boschi» e…tutto va meglio. Certi consigli sembrano lunari se si pensano rivolti a chi a metà mese, o anche all'inizio, non sa come andare avanti, da solo, o peggio con famiglia a carico… Giusto chiedere sacrifici? Certo, ma chiederli a tutti nella stessa misura non è giustizia, perché qualcuno è già abbondantemente "sacrificato" per conto suo. Una stortura che vale anche per l'annuncio di vitalizi a 50 anni a taluni politici "regionali" di nuova carriera. Miopia individualista, come ieri quella del "Fatto" (p. VI dell'inserto "Saturno"): «Quando l'obiettore è senza coscienza». Parla di un libro per il quale l'«obiezione di coscienza» è nobile e bellissimo «segno di ribellione» liberatrice, ma solo se è fatta in accordo con le idee dell'autrice. Se la fai, ma non la pensi come lei, sei sempre e solo un barbaro che «obbedisci ai dogmi e al potere clericale». Troppo facile! Natale porti luce: anche per dialogare meglio…
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