Zero in educazione civica all'attore che bestemmia
domenica 23 settembre 2018
Penso e mi auguro che nessun personaggio pubblico, in Italia, pronuncerebbe una bestemmia così aspramente tornita come quella che – postata più di un anno fa su Facebook – è valsa a Willy Toledo, popolare attore spagnolo, un gran clamore mediatico al modico prezzo di una denuncia e pochi giorni di carcere. Le cronache hanno qualificato quelle parole come irripetibili; di certo sono intraducibili. Furono pensate (si fa per dire) a difesa di tre donne a loro volta chiamate a giudizio per aver inscenato a Siviglia una processione indubitabilmente offensiva della devozione mariana. Gioca molto, e bene, su questo punto della bestemmia come offesa e disprezzo degli altri, credenti e no, la lettera aperta indirizzata il 17 settembre a Willy Toledo da Josan Montull, attraverso il suo blog “A Contracorriente”, e tradotta in italiano da “Settimananews” ( tinyurl.com/ycpnlso6 ). Josan Montull è un salesiano a sua volta molto presente sulla scena pubblica, digitale e non. Assai attento al cinema e al teatro, apre la lettera «come cinefilo», con un apprezzamento del Toledo attore. Poi, «come cristiano», gli spiega che chi crede avverte la più grande offesa a Dio nella «oppressione del povero», più che nella «bestemmia verbale». «Alla mia fede cristiana» le bestemmie «non importano nulla», ma ciò non toglie che «quelle espressioni» di cui Toledo si vanta «siano un riflesso di fanatismo antireligioso», con tutto ciò che ne consegue. Infine, «come educatore», gli mostra, in lungo e in largo, che il diritto a difendere il proprio ateismo non comprende quello di offendere «i poveri che sono credenti di qualsiasi religione e coloro che condividono la loro vita con essi», chiedendogli se bestemmierebbe davanti agli uni e agli altri. E conclude con una stroncatura: «Così come credo che sei un bravo attore, sei un maleducato e un intollerante. Credo, Willy, che nei miei corsi di educazione civica dovrei sospenderti».
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