Yosef, il piccolo boliviano che vuole tornare a casa
lunedì 3 luglio 2023

Quando è arrivato all’orfanotrofio Gota de Leche, che si trova nella piccola città di Oruro, in Bolivia, nota per l’estrazione di minerali, il piccolo Yosef aveva solo 2 anni. È stato portato lì dal papà, con il quale il figlio era rimasto dopo che la mamma, separatasi dal marito, se n’era andata di casa già da più di un anno.

Yosef è l’ultimo di sei fratelli: uno, di 3 anni, si trova anche lui nell’Istituto Gota de Leche, mentre gli altri quattro non si sa dove attualmente vivano.
Qualche giorno dopo aver accompagnato Yoesf, il padre è tornato a vedere come stessero sia lui sia il fratello, lasciando una scorta di pannolini e latte, promettendo agli educatori che sarebbe tornato presto.

Gli operatori gli hanno spiegato le procedure per poter realizzare un eventuale ritorno in famiglia dei figli, garantendo all’uomo il sostegno di cui potrà avere bisogno se imboccasse questa strada.
Dal punto di vista legale, infatti, Yosef non ha ancora un proprio documento d’identità. Il piccolo è sano e, superata la prima fase di adattamento alla vita in orfanotrofio, in cui aveva spesso incubi e piangeva, ha iniziato a integrarsi con gli altri bambini.
Per lui Aibi – che opera in Bolivia dal 1997 - cerca un sostenitore che voglia attivare un sostegno a distanza.

Con 50 euro al mese si potrà garantire a Yosef la possibilità di crescere, studiare, sostenendo anche tutte le operazioni necessarie per fornirgli un certificato di nascita, un documento e, magari, la possibilità di un rientro in famiglia, primo degli obiettivi che si cerca di raggiungere se si vede che anche da parte dei genitori (in questo caso, del papà) c’è la volontà di cambiare e garantire ai figli un futuro diverso.
Come lo è stato per tanti altri bambini boliviani nel corso degli anni, il sostengo a distanza può essere un aiuto davvero prezioso che darà a Yosef una possibilità importante per affrontare il futuro con una prospettiva in più.
Info: Aibi, email: sad@aibi.it; www.aibi.it/ita/adozione-a-distanza/


Api e arnie per ridare vita ai bambini
Costruire delle arnie per evitare che le api, così preziose per l’ecosistema, si estinguano. O che i cacciatori di miele, per stanarle dalle cavità degli alberi dove le api cercano rifugio, brucino gli stessi alberi e accelerino così quella desertificazione purtroppo già in atto anche nel Ciad.

E’ questo il senso del “Progetto arnie” lanciato da padre Franco Martellozzo, gesuita che da quarant’anni opera nel Paese africano nelle varie realtà della Fondazione Magis, impegnata in progetti missionari in varie parti del mondo.
Un progetto che hanno preso a cuore i bambini e i ragazzi del catechismo e dell’Azione cattolica di Piglio (provincia di Frosinone e diocesi di Anagni-Alatri) che hanno organizzato un mercatino solidale di beneficenza, aiutati e supportati dai genitori, dal parroco don Raffaele Tarice, da Sabrina Atturo, capo progetto della Fondazione Magis in Ciad e originaria proprio di Piglio, da catechisti ed educatori.
Davvero grande e inaspettata la risposta di tutto il paese e non solo dei fedeli delle due parrocchie. Già l’anno scorso, sempre con un mercatino, venne sostenuto un altro progetto contro la desertificazione e i bambini di Piglio donarono delle piantine ai coetanei di Mongo, nel Ciad.
Info: Fondazione Magis, “Progetto arnie”, https://www.fondazionemagis.org/sostienici/donazioni-e-benefici-fiscali/

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