martedì 30 luglio 2013
Estremi: tra niente e troppo… Domenica su “Repubblica” in edicola a Roma neppure una riga (!) sulla Gmg di Rio. Sugli altri giornali prime pagine e molto altro. Black out locale? “Niet” sovietizzante? Crisi di nervi in redazione di fronte ai tre milioni a Copacabana? Mistero! Da quelle parti non sopportano una Chiesa senza anatemi, e allora silenzio! E pensare che persino “Il Fatto” dava all'evento tre quarti di p. 15 e in prima, lassù in alto, leggevi: «Papa Francesco a Rio esalta la laicità dello Stato che favorisce la convivenza tra le diverse religioni. È più laico, lui, di tanti politici italiani». Niente là e qualcosa qui, dunque. E il troppo? Già sabato ci pensa Piero Ostellino sul “Corsera” (p. 49): «Il Papa con la valigia immagine di rottura»! È indignato, lui, per i commenti “populistici”. Ed esplode col suo no! «…è il rappresentante di Dio in terra», ma se si comporta così «l'antico rapporto di dipendenza dei fedeli dalle gerarchie… ne esce totalmente stravolto con effetti devastanti per la stessa religione». Perciò gentile e premuroso mette in guardia. Ma sia chiaro: «Senza alcuna forma di reazionaria nostalgia per l'antico regime, da liberale poi!». Che gentilezza! Leggi e pensi che Ostellino dimentica che il Papa non è «rappresentante di Dio», un Dio anonimo, ma «successore di Pietro» e «vicario di Gesù Cristo», un Gesù che annuncia che il primo è come l'ultimo e viceversa, che gli ultimi saranno primi e che la fraternità dei “figli di Dio”, unico Padre, fa sì che come Gesù il Papa lavi i piedi a quelli che sembrano gli ultimi e… magari, anche che porti con sé la borsa da viaggio… Purtroppo: pare che Francesco non abbia (ancora) letto Ostellino…Chissà?
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