venerdì 2 settembre 2011
Esagerare… Capita a chi nel buio, ove non vede niente, alza la voce per farsi coraggio. O a chi entrando in casa d'altri vuol farsi credere già informato, quasi a forzarne l'ingresso. O a chi non ragiona, ma strilla, sapendo di aver torto: ignoranza, pregiudizio, malafede. Per ordine. "Il Tempo" (31/8, p. 17) a firma Chiara Rai: «La Fede più forte dell'arsenico». Ampio pezzo su una sorgente presso Velletri, ove una "veggente" esorta a bere l'acqua, dichiarata "non potabile" dal sindaco. Leggi che parroco e vescovo disapprovano apertamente, ma la gente va e beve lo stesso. Credulità popolare… Ma allora perché alzare la voce? Che c'entra «la Fede»? Di rincalzo arriva "Repubblica" (26/8, pp. 37-39: «Noi, il Popolo di Dio». Si parla del Meeting di Rimini e del «mondo di Cl», ma la vantata identificazione secca con tutta «la Chiesa Popolo di Dio» è metà ignoranza del senso delle parole e metà calcolata stortura per ridurre la Chiesa come tale a una sua parte, pur assai vitale e impegnata. Per lo meno svarione di conoscenza, che in quei paraggi si bacia con la furberia ideologica di sempre. Resta la malafede? Subito servita sul "Fatto" (31/8, p. 2) dal solito scrociato radicale che sentenzia secco: «Se il gettito dell'8 per mille… cresce molto…da almeno dieci anni la legge imporrebbe di lasciare 500 milioni di euro nelle casse dello Stato». Domanda: di grazia, quale "legge"? Si attenderà risposta: invano! Infatti una legge simile non esiste, salvo nella sovreccitata testa di certi scrociati in evidente malafede. Dispiace per loro, e per chi – da tante parti, anche autoidentificatesi come cattoliche – se ne fa "utile…" Per decenza diciamo "seguace".
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