sabato 7 dicembre 2002
Leggerezza impagabile. Talora inarrivabile, la rubrica "lettere", su "Repubblica". Sfida persino certi pezzi di Piero Ottone sul "Venerdì". Ieri il lettore Adolfo Barbatelli interrogava su "formalità e formalismo", sostenendo che "essere formale, per un rappresentante dello Stato, significa stringere la mano al Papa in visita al Parlamento, mentre essere formalista significa inginocchiarsi e/o baciare l'anello, dimenticandosi di rappresentare anche la parte laica di un popolo che cattolica non è". Gigantesco problema italiano: il 14 novembre qualcuno a Montecitorio ha baciato la mano al Papa! Dopo un mese la questione è ancora bruciante, al posto d'onore su "Repubblica" tra le lettere. Con sentenza annessa: Sì, "un deputato che si inginocchia e bacia l'anello al Papa in Parlamento non è 'formalista'. È solo uno che viola la forma". Seguono esempi internazionali di gentilezza per sottolineare che disgraziato Paese siamo, noi maleducati. Di più: siamo ipocriti, noi italiani! Perciò il bacio della mano del Papa e questa politica che va come va: male. Stop. Crisi della Fiat? Devolution selvaggia? Ansimare dell'euro? Frane e maltempo dappertutto? Etna che vomita e sobbalza? No: il problema è il deputato col Papa. Non sono liberi i deputati italiani di baciare le mani che vogliono. Poi ne rispondono ai loro elettori o a Corrado Augias? Quando Augias in Tv bacia la mano alle signore deve renderne conto al direttore" Per fortuna, proprio lì sotto, stessa pagina, Michele Serra invoca l'importanza del "senso del ridicolo". Il miglior commento possibile"
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