Vittima innocente dell'invidia violenta
giovedì 27 marzo 2014
Perché la fede cristiana provoca in alcune situazioni reazioni violente? Perché chi testimonia e vive il Vangelo viene visto con diffidenza anche nelle società di antica tradizione cristiana? La risposta, forse, sta nel fatto che chi prega ci mette di fronte alle nostre stesse responsabilità e nessuno sfugge al giudizio della propria coscienza. E fu proprio questo meccanismo, probabilmente, che portò al martirio la beata Panacea de' Muzzi, giovane pastorella uccisa in Valsesia dalla matrigna nel 1383. Le angherie della donna e della sorellastra continuavano da tempo ma Panacea sopportava e viveva il Vangelo. Quel giorno la matrigna la trovò a pregare e perse le staffe: la violenza ebbe la meglio, ma per tutti Panacea era già un esempio di santità.Altri santi. San Ruperto, vescovo (VIII sec.); beato Francesco Faà di Bruno, sacerdote (1825-1888). Letture. Ger 7,23-28; Sal 94; Lc 11,14-23. Ambrosiano. Gen 25,5-6.8-11; Sal 118,81-88; Pr 12,17-22; Mt 6,25-34.
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