venerdì 6 maggio 2011
Sul "Fatto" (3/5, p. 8) 4 " quattro! " lettori protestano indignati per l'infame vignetta qui segnalata, e il giornale tenta di scusarsi con singolare argomento: «direttore e vicedirettore sono credenti, peccatori, ma credenti. Non bigotti, ma credenti». Dunque potrebbero permettersi anche di bestemmiare con barzellette, ovviamente da "contestualizzare". Tutto chiaro! A proposito, stesso numero (p. 6) grande titolo interrogativo: «Uccidere è lecito quando si tratta di un tiranno?». Seguono 4 (quattro) risposte autorevoli e diverse. Direttore e vicedirettore forse potevano ricordare anche la celebre affermazione in argomento della Populorum Progressio, ma sui Papi non si può avere tutto: precedenza alle vignette! Sempre a proposito, qui nel nostro "Reprint" ieri riportavamo il commento di Michele Serra, su "Repubblica" (4/5, p. 32) «impressionato» dalla «voce della Chiesa» che ammoniva non esultare di fronte alla morte, e perciò sempre ieri ho letto che Serra, finora non credente, ora sarebbe «cattolico romano». Scherzi a parte, egli aveva scritto semplicemente queste righe: «La voce della Chiesa non è la mia, ma l'ho udita, nelle ore della fine di Osama, con rispetto e gratitudine». "Voce udita" stavolta senza fraintendimenti e incomprensioni che, per esempio da mesi fanno sì che il bellissimo «lasciatemi andare» di Giovanni Paolo II " spiegato proprio in questa pagina il 1° maggio dal direttore " sia (è successo anche ieri) preso come un lasciapassare papale alla eutanasia per legge. E allora? Allora uno si rallegra che nel caso della morte di Osama quella "voce" sia stata "udita" e riportata senza fraintendimenti e censure, sperando che la cosa succeda più spesso. Tante cose, forse, cambierebbero: in meglio per tutti.
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