domenica 27 marzo 2011
Roberto Saviano, esperto in elenchi, ha fatto una scoperta: ci sono «50mila motivi per cui vale la pena vivere». In pochi giorni La Repubblica (giovedì 24) ha raccolto «cinquemila elenchi», ciascuno con dieci motivi, e il giornale ne pubblica sei. Il primo è quello di Saviano, che s'inizia con «La mozzarella di bufala aversana». Nemmeno gli altri nove motivi, però, volano molto più in alto. E gli altri elenchi? Quello di Luca si apre con «Piangere guardando "La vita è bella"» e prosegue con «Fare scarpetta». Mario pensa alla donna che ama, ma ama anche «La pizza bianca con la mortadella del fornaio di via dei Baullari». Solo Andrea, parte verso l'alto, perché vive per «Leggere l'epigrafe di Simonide», il poeta greco che scrisse l'encomio per gli Spartani morti nella battaglia delle Termopili: «Ricorda o viandante, a Sparta, che qui ci hai visti giacenti, perché obbedimmo alle sue sacre leggi...». Con Francesca, invece, si torna a terra: sogna di «Fare fotografie ai fiori e ai sorrisi delle amiche» e di ascoltare «Le canzoni dei Beatles», che nella sua lista sono collocate prima di «La mia mamma». Infine Eva, che vive per «Camminare a piedi nudi sulla sabbia, mentre il sole sta tramontando», per «Mangiare i bucatini al dente» e per «Uscire di casa senza trucco». Chissà con chi andrebbe via. E chissà anche con quale criterio Repubblica ha scelto le risposte. Non sapremo mai, per esempio, se qualcuno abbia risposto, come avrebbe fatto il vescovo Luigi Padovese, ucciso il giorno del Corpus Domini in Turchia, che «i cristiani intendono la loro vita come una risposta a Cristo». Proprio giovedì 24 la Chiesa ricordava coloro che sono vissuti e morti per testimoniarlo.

PAOLO, L'AUGIASIANO
Paolo Flores d'Arcais, filosofo e direttore di MicroMega, deve aver finalmente letto "Inchiesta su Gesù" di Corrado Augias & C., perché su Il Fatto Quotidiano (venerdì 25) se n'esce con un incipit inedito: «Gesù non era cristiano». Ma va'! Se ne accorge ora? Certo, era un ebreo autentico come sua Madre, come Pietro e Paolo e gli altri. E subito dopo: «Mai avrebbe immaginato di fondare una Chiesa». Infatti a Pietro disse; «Su questa pietra fonderò la mia Chiesa». Nemmeno «si è mai sognato di proclamarsi il Messia». Infatti al Sommo Sacerdote che gli chiedeva: «Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?» rispose: «Io lo sono!» e fu imputato di bestemmia, dichiarato reo di morte e crocifisso. Ebbene, Flores d'Arcais conclude: Gesù fu «storicamente una figura di minore importanza». Meglio fermarsi: chissà con quali altri formidabili argomenti il filosofo augiasiano potrebbe contestare il libro del Papa su Gesù.

I "LAICI SUL CALVARIO?
Su Left (come dice il nome, settimanale di sinistra) lo storico Sergio Luzzatto parla del "Calvario della laicità" (venerdì 25). La laicità, in poche parole, sarebbe stata spinta sul monte che, per antonomasia, è il luogo della sofferenza umana (e divina) dalla sentenza della Grande Chambre di Strasburgo sulla libertà di Crocifisso. Senza quest'ultimo «l'Italia sarebbe migliore, più giusta». Proprio dopo aver annullato proprio il segno che grida contro ogni ingiustizia? I "laici" (che questa parola hanno rubato ai cristiani) vorrebbero adesso impossessarsi anche del Calvario.
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