Video-Rosario diverso dagli altri, comodo da pregare, bello da vedere
venerdì 27 dicembre 2019
Presentando su "Aleteia" ( bit.ly/2F6jTk9 ) l'ultimo video di Anita Baldisserotto, Paola Belletti la definisce un «astro nascente delle youtuber cattoliche italiane». Finora l'ho conosciuta soprattutto come la metà del duo musicale "Mi en mi uaif" al quale dà vita insieme al marito Giuseppe Signorin; così corro a consultare il suo canale YouTube (oltre al profilo Istagram), dove trovo due dozzine di video postati in venti mesi - il che mi fa pensare che l'autrice stia ancora ricercando la propria cifra videocomunicativa. Mi incuriosisce quello del 7 ottobre ( bit.ly/2EWlvg9 ): il più lungo, per motivi oggettivi. Il testo difatti altro non è che la recita di un Rosario, per la precisione la cinquantina dei «misteri gaudiosi» o «della gioia». Di video-Rosari in Rete ce ne sono a decine di migliaia, e non posso dire di averli visti tutti. Ma sono ragionevolmente certo che questo di Anita Baldisserotto abbia una sua originalità, non essendo né la ripresa di una comunità riunita per pregare la Madonna, magari in un santuario, né accompagnato dalle immagini con cui la tradizione ha abbondantemente illustrato ciascun «mistero». Qui si sente la youtuber pregare, ma la si vede solo dalla cintola al collo, vestita semplicemente, dietro a un ripiano e su uno sfondo neutri come la candela che viene accesa all'inizio e spenta alla fine. Spicca così la coroncina del rosario che la Baldisserotto sgrana: cordoncino nero, perline rosa shocking (pur essendo di fattura monastica). Poi, per ogni mistero cambiano gli inserti: una grande rosa intonata al rosario; la candela tenuta nella mano; un'icona di Maria odigitria; un'altra grande rosa, stavolta bianca; il rosario tra le mani e al collo, la croce in primo piano; ancora la coroncina e un mazzetto di fiori, durante il Salve Regina. L'autrice si è proposta di «aiutare le persone a pregare il Rosario», avendo sperimentato che «avere un piccolo aiuto permette di recitarlo con meno difficoltà». L'ha pensato «comodo da ascoltare». A me è sembrato anche, nel suo genere, bello da vedere.
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