mercoledì 31 gennaio 2007
Spiace, ma talora sotto il vestito" niente. Anche tra cultura e politica. Su "Panorama" (1/2, p. 134-135) per lanciare una collana sulle religioni, due pagine di elogi con titolo discutibile, "Tante fedi, un unico Dio", e testo sbilenco. Intendiamoci, verissimo che Dio è uno solo, ma se si sottintende - e neppure troppo "sotto" - che, allora, tutte le fedi sono uguali, il discorso si fa non solo equivoco, ma addirittura falso. Qui già scritto più volte" Mi basta, ora, una frase di Konrad Adenauer, grande cristiano e statista, che viene a puntino: "Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma non abbiamo tutti lo stesso orizzonte". Più chiaro? Il cielo è uno solo, ma per vedere l'azzurro limpidamente e interamente, deve essere giorno, e non debbono esserci nuvole, tante o poche. Un certo Natale ha squarciato ogni nuvola" Un cristiano che non capisce questo, anche se si dice ecumenico, tollerante, moderno, corre il rischio di tradire ciò che dice di essere. Il niente sotto il vestito vale anche per certe disinvolture polemiche. Lunedì sulla "Stampa" (p. 1 e 35) Michele Ainis confessa di non sopportare "i giochi di parola dei partiti sull'eutanasia e sui pacs". Astrattezze, sostiene: io - scrive - "con 6 italiani su 10" per quanto mi sia sforzato, non ho capito dove stia la differenza tra eutanasia e rifiuto dell'accanimento terapeutico". Pare grave: per lui. Con qualche accanimento" pedagogico ci prova Malpelo: è la stessa tra essere costretti dalle cose a lasciare aperta una finestra che non si chiude più e buttarci di sotto una persona. Non pare difficile capirlo.
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