martedì 16 maggio 2006
«Verigne»: cioè verità che si fanno menzogne. «Uno dei giorni più felici, in questo Paese, sarà quando il Papa potrà dire qualunque cosa, su qualunque argomento, senza suscitare alcuna reazione» (Michele Serra, "Repubblica", 13/5, p. 24). Giusto, purché l'ultima parte non pretenda che nessuno lo ascolti. Già: il problema è proprio nel fatto che in fin dei conti la "gente" - visto tante volte - è ben disposta ad ascoltare ciò che dicono i papi e anche a tenerne conto. Non piace? Eppure è libertà. O forse per qualcuno la libertà importante è solo la propria? No, perché in democrazia sulle questioni in cui non si trova accordo si vota, e vota anche chi ascolta ciò che dice il Papa e ne tiene conto. Quella mezza verità si è fatta menzogna. Vale anche per Emma Bonino " candidata a Quirinale, Viminale, tutto " che presenta un libro di Massimo Teodori sulla laicità: «È essenziale la distinzione tra peccato e reato!» D'accordo, ma c'è l'inghippo. Se vuol dire che non necessariamen-te tutto ciò che per la morale cristiana è peccato deve essere reato per la legge civile, è giusto. Ma se vuol dire che tutto ciò che è peccato non può comunque e mai essere reato, allora è follia. Rubare e uccidere è senza dubbio peccato, ma concluderne che mai e poi mai deve essere reato è un'assurdità ovvia. E allora? Allora chi proclama i peccati è la legge divina: dipende da Dio, e la Chiesa l'annun-cia. Chi sancisce i reati, invece, è la legge civile: dipende dalla libera decisione dei Parla-menti: li vota la gente. Anche quella che ascolta i papi? A Malpelo pare di sì. È democrazia. O no?
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