martedì 30 ottobre 2018
Luca Campedelli, presidente del Chievo Verona, ha appena compiuto - come s'usa dire - i suoi primi cinquant'anni. Avrei voluto dire “festeggiato” ma se avesse qualche peso la disperata avventura
della sua squadra, sesta sconfitta consecutiva e un fastidioso
sottozero, si dovrebbero escludere torte, candeline e canzoncine. Eppure. Chi lo conosce bene lo dice molto pratico, senza
quell'eterno sorrisino potrebbe essere anche cinico. Insomma, si
dice che da quando l'hanno condannato per quella storia delle
plusvalenze - e gli è andata bene, 3 punti di penalizzazione rispetto alle disastrose previsioni - si sia come messo il cuore in pace, pensando più al futuro che al presente. Un passaggio in B cosa sarebbe, rispetto al miracolo di 17 campionati giocati in
Serie A dopo avere fatto una scalata storica dalla Lega Regionale Veneta del 1968 (quando nasceva Campedelli) alla massima serie nel
2001? Non diamo per scontata la resa del presidente che da 26 anni sta in trincea ma sono le parole di Ventura - due sconfitte su due - ad aprire scenari di puro pessimismo. A Cagliari la sconfitta non l'ha amareggiato più di tanto, anzi, ha visto la squadra
crescere: «Abbiamo fatto quasi un tempo, adesso proveremo a allungare a un'ora». Mancava dicesse «siamo usciti a testa alta» e
invece è andato oltre, quasi spiegando i progetti più o meno segreti del presidente: «La penalizzazione pesa molto sul piano psicologico, ma adesso dobbiamo creare i presupposti per fare
qualcosa: se non sarà possibile salvarsi bisogna ringiovanire
l'organico e pensare a ricostruire in vista delle prossime
stagioni». È cosí, Campedelli ha pensato al futuro e scegliendo Ventura, che se ne intende, ha garantito che il Chievo sia in buone mani per l'eventuale risalita. Fanno comunque effetto, le parole del tecnico, perché rammentano il progetto di rinascita della Nazionale dopo la storica bocciatura svedese: ringiovanire e ricostruire. Tavecchio, presidente di un ente pubblico, ha dovuto dimettersi; Campedelli, presidente di un club privato, può fare quel che vuole, anche regalare panettoni e pandori (Paluani la ditta di famiglia) a tecnici perdenti (solo a D'Anna è stato negato). Ma se domani, per puro caso, il
predecessore di Ventura in Nazionale, Antonio Conte, fosse chiamato a sedere sulla panchina del Real Madrid (Florentino Perez lo ha messo nella sua triade dei potenziali sostituti di ulen Lopetegui , con Santiago Solari e Roberto Martínez), non gli salterebbe agli occhi la differenza, chi al Chievo chi al Real? Ma a Chievo -
va ricordato - gli asini volano.
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