martedì 12 novembre 2019
Veleni: più o meno voluti. “Corsera” (2/11, p. 17) titolo: «Caso Orlandi. Viganò: dossier in Vaticano». Leggo che «La Santa sede potrebbe conservare dei documenti sulla scomparsa di Emanuela Orlandi» e che «Ci sono poi degli ecclesiastici che potrebbero rivelare più di quanto fatto fino ad oggi». “Potrebbe”! E poi “potrebbero”! Impressiona il fatto che un giornale come il “Corriere” su questi due ennesimi condizionali al veleno trovi modo di rispolverare anche la vicenda dell'ex nunzio negli Stati Uniti concludendo in modo enigmatico che «Il racconto della scomparsa è (sic!) affidato ad un ex vaticanista Rai oggi autore di un blog». “Scomparsa” di cosa? Della povera Orlandi, dei documenti relativi a essa o dell'ex nunzio negli Stati Uniti? Al lettore la libera scelta, ma il veleno è molto evidente, sparso in direzione unica e ben precisa. Capita anche altrove, magari un veleno meno colpevole che tuttavia mostra altro. Per esempio su “Repubblica” (5/11, p. 30) “L'Amaca” di Michele Serra ha questo titolo: «E vanno pure in chiesa». Si parla di Verona, «città europea nota ed amata, bella e benestante con alta qualità della vita» ove però si rivela «l'oramai stabile insediamento nazista» che parte dallo stadio e – sostiene Serra – trabocca tra i cittadini anche moderati... Suo commento finale: «Come sempre, non sono i pochi energumeni violenti a fare paura. È la maggioranza di borghesucci che fa finta di non vedere e di non sapere. E vanno pure in chiesa». Un fatto: in questo finale con un pizzico di veleno anche in Serra viene fuori la percezione della contraddizione tra estremismo razzista e messaggio cristiano. Vuol dire che pur in mezzo a qualche deliberato veleno la consapevolezza della distanza fra Chiesa e Vangelo, da una parte, e contraddizioni nella condotta (odiosa o indifferente) di veri o presunti fedeli, dall'altra, permane chiara. Una piccola consolazione.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI