venerdì 23 settembre 2011
Oggi è il 20 settembre: Porta Pia. Spiace per chi la legge ancora sparando con vecchi cannoni. Il pregiudizio anticattolico, pur passato di sconfitta in sconfitta non demorde in varie forme. Tra queste una a Malpelo spiace di più. Domenica su "Repubblica" (p. 42) Michele Serra accusa con ragione certi programmi – Rai e Mediaset alla pari! – che umiliano l'immagine della donna, ma di suo vi legge indignato una natura «cattolica e di destra», scrive che è il cattolicesimo a volere la donna solo «angelo del focolare» e conclude profetando: «quando il vecchio satrapo se ne andrà, le sue donnine potranno riciclarsi tutte, col certificato del parroco, come irreprensibili casalinghe consacrate al marito e ai fornelli». Che dire? Il severo giudizio sulla sconcezza di passate vicende che tornano a riempire le cronache attuali e che toccano le istituzioni è condiviso da tanti, ma la malizia nel prendere di mira il cattolicesimo è madornale. La definizione della «donna angelo del focolare» è di tal Giuseppe Mazzini, non certo «parroco cattolico»! Certe fissazioni laiciste ignorano troppo di tutto: storia, idee e costumi… E tragico e ridicolo è sostenere che cristianesimo e disprezzo delle donne coincidano. Si guardi attorno nel mondo, Serra. Tanti anni orsono a Roma, all'Unitelefilm, a Malpelo capitò talora di lavorare allo stesso tavolo con Serra, e ancor oggi gli capita di condividere certi suoi pensieri. Allora "Donne e politica", rivista delle donne Udi, pubblicò un ampio studio su "Donna e messaggio cristiano" (1978, n. 3), che sul tema animò tante discussioni pubbliche. Confondere certe carte sporche coi certificati dei parroci è un grave errore, come sempre, da sempre e per sempre culturalmente e politicamente suicida.
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