sabato 24 novembre 2018
Provocazione. Giovedì qui (p. 16) lucido Claudio Gentili sul Festival della Dottrina sociale della Chiesa in corso a Verona. Ieri, uscito per una commissione incontro un amico accompagnato da un prete poco più giovane di me. Questo sente che scrivo qui e mi dice tranquillo che “non legge mai” i giornali, neppure “Avvenire”: parità! Saluto e ripenso a Karl Barth: «Tenere in una mano il Vangelo e nell'altra il giornale!» Era per i cristiani come tali: senza il Vangelo non sapremmo cosa annunciare, e senza il giornale non sapremmo a chi lo annunciamo e quale lingua usare... Che tristezza! La Chiesa l'ha fatta il Signore che ha creato anche il mondo e per la vita del mondo (Gv. 3) ha donato il Figlio unigenito. Tu conosci il Signore nel Vangelo e nella vita di Grazia, e conosci il mondo nella realtà di ogni giorno, vissuto come ultimo e come primo insieme. È Abc della missione non solo del prete, ma del cristiano come tale. Se non conosci il Vangelo, sei un traditore, visto il tuo “mestiere”, sia di prete sia di battezzato, e non hai niente da annunciare, salvo forse i tuoi comodi e spesso le tue pretese di carriera e di potere. Se non leggi il giornale, non conosci quelli a cui parli quando annunci il Vangelo e non parli la lingua adatta al loro ascolto e comprensione. Il Vangelo resta lo stesso, il mondo cambia e anche la Chiesa cambia, perché approfondisce via via la comprensione della Parola di Dio. L'affermazione sorprende? È in sostanza l'annuncio gioioso di papa Giovanni XXIII nel primo giorno del Vaticano II e in tema valga una parola di Pio XII che padre Virginio Rotondi citava spesso: «All'immutabilità dottrinale, dogmatica e morale della Chiesa provvede il Papato con la sua evidente perennità, alla mobilità di essa, e cioè al suo avanzare con i secoli essendo sempre del suo secolo provvede la diversità dei Papi». Che Luce!
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