sabato 12 marzo 2011
Lunedì 7 marzo su Raitre, la trasmissione La grande storia mandava in onda un lungometraggio su Alcide De Gasperi. È la prima volta che questo personaggio viene proposto alla visione degli italiani con documenti seri e ben commentati. Altra cosa è stato anni fa il film diretto dalla Cavani dove l'opera aveva goduto anche del suo modo di interpretare la vita e la storia politica pieno di sensibilità e di intelligenza. Questa nuova trasmissione rientra nelle manifestazioni per il centocinquantesimo dell'Unità d'Italia, anche se l'ora tarda non avrà incuriosito il mondo giovane a seguirla. In realtà di questi centocinquant'anni almeno cinquanta sono sconosciuti ai nostri giovani, che non hanno avuto l'occasione di studiarli nei tempi della scuola. Quasi nessun libro scolastico ha superato gli anni della guerra o tutto è stato ridotto a poche notizie. Salvo la conoscenza della Costituzione, i grandi fatti del passaggio dalla monarchia alla Repubblica, dalla scelta di campo di una Italia in cerca di aiuto per la sua ricostruzione, le difficoltà di affrontare il Trattato di pace, il piano Marshall, la battaglia per la Ced, i primi passi verso l'Unione europea, infine il "nuovo risorgimento" e la creazione di un'Italia pronta a riprendere un cammino di dignità e di pace, restano per i nostri studenti qualcosa di nebuloso e incerto nelle date e nei fatti. Un libro interessante di Giovanni di Capua, Il biennio cruciale, porta questa dedica: «Ai troppi maestri che non hanno voluto raccontare. Ai giovani rimasti senza spiegazioni». Qui l'autore voleva certamente riferirsi alla storia degli anni 1943-1945, tema dello scritto, ma che si può ancora oggi ritenere giusta e attuale. Di Capua è uno dei pochi appassionati raccoglitori di notizie che è riuscito a formare un archivio originale perché fatto di raccolte incredibili di giornali, di riviste e di manifesti della nostra storia politica e civile del dopoguerra. Un insieme difficilmente descrivibile data la varietà della raccolta, proposta al visitatore in studiato ordine. Essa ha anche il pregio di godere di una sede di grande prestigio, cioè della città di Tarquinia così ricca di vicende e di memorie. I nostri ultimi cinquant'anni di storia italiana sono stati davvero un nuovo risorgere sia a un sistema democratico sconosciuto dai più o dimenticato dopo vent'anni di dittatura, sia da una ricostruzione non solo materiale, quanto spirituale, etica e della dignità che ci ha permesso di avere una voce forte nel complesso internazionale che le vicende di un conflitto tanto distruttivo avevano fatto perdere di intensità e di interesse. Oggi l'occasione di ricordare l'inizio dell'Unità del nostro Paese ci deve far meditare come una terra ricca di antiche storie divise nel tempo è infine ancora giovane nel suo rivelarsi patria comune. Ed ora che nel dare uno sguardo a una cartina politica del nostro atlante vediamo come l'Europa che stiamo creando abbia colori differenti, perché non dovremmo sentirci orgogliosi di appartenere a un popolo ricco di varietà di caratteri, di fatti storici differentemente accettati o condivisi e, perché no, di fantasia?
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