mercoledì 24 ottobre 2012
«Benedetto XVI: la santità è servire Dio e gli uomini». Questo ieri qui su "Avvenire" (p. 17) il titolo sintesi della omelia del Papa per la canonizzazione di sette nuovi santi. Tra essi carissimo a Malpelo – e non solo – Giovanni Battista Piamarta, fondatore della Congregazione che da noi ha inventato l'editrice Queriniana, la prima che in Italia ha portato i testi dell'allora giovane teologo Joseph Ratzinger. «Servire Dio e gli uomini è la Santità»: dentro questa affermazione c'è tutta l'essenza della Sacra Scrittura, dalla Legge ai Profeti ai Vangeli e alle Lettere degli Apostoli. «Servo di Jahwèh» è il Messia, «servo di Cristo» si definisce Paolo, «servo dei servi di Dio» e degli uomini è stato per secoli definito il Successore di Pietro. Bel pensiero! Bella lezione! Capita anche – si dice così – "a fagiolo". Ieri infatti sul "Foglio" (p. 2: «Preghiera») trovo una singolare "bacchettata". Prime parole: «Come vesti, prete?». L'Autore rimprovera don Maurizio Patriciello che – per difendere gli uomini, in fin dei conti per servirli e in loro servire l'«immagine somigliantissima» di Dio Creatore e Padre, e del suo Figlio che si è immedesimato in tutto fuorché nel peccato con gli uomini, in particolare con i piccoli e gli indifesi – si è presentato in un'aula pubblica senza veste talare. Ricorda Fra' Cristoforo, la «Preghiera», e ricorda che «anche Don Rodrigo si offese», quando il frate gli rimproverò il suo delitto, ma che quello era vestito del saio francescano. Che dire? Niente. Ha parlato il Papa! E la sua parola non è una "bacchettata", in proposito! Malpelo si augura, e anzi "prega" perché il Signore faccia che queste occasioni di "santità" manifesta si moltiplichino sempre più…
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