venerdì 24 dicembre 2010
"Corsera"(22/12, pp. 1 e 29 intera): «La generazione delle mamme sole. Una su 5 non dà il nome del padre». Cifre della clinica Mangiagalli: quest'anno 1.300 donne su 6.000 non dichiarano la paternità dei figli. Cresce nelle donne la volontà di figli, ma anche di averli senza indicare il padre. Realtà complessa: tra donne non sposate, in coppia di fatto o volutamente single e donne in coppia non eterosessuale. Segue il commento su "Scelte e destini" che allarga la riflessione, tra società e psicologia, sulla scelta di chi non vuole rinunciare al proprio ruolo (di madre), ma «può (vuole?) fare a meno di quello dell'altro», e si dice: «Un padre per lui" magari un giorno lo troverò. O forse no, non lo troverò mai: a fargli da padre saranno gli amici" un professore" un allenatore" la società" io stessa». E poi: «D'altronde, chi l'ha detto? Che un padre, quando c'è faccia meno male di quando latita?». Infine quasi esultanza: «Meravigliosa creatura, di Gianna Nannini naturalmente»! Leggi e ti torna in mente " dopo 40 anni! " «Verso una società senza padri» di Mitscherlich, in metafora preannuncio di molte cose. Ora siamo al senso letterale, addirittura cantato come «meraviglioso», come l'altro ieri. Ieri, a parte il nostro "Matita blu" e salvo errori, solo sul "Foglio" (p. 7) riflessioni critiche: «Non capire una madre. La strana idea che la libertà delle mamme consista nella solitudine». Ma certi colleghi conoscono il dramma che in una «creatura» crea il nascere senza avere il diritto di accogliere, o anche di rifiutare, la metà della sua sorgente? Meglio che non lo sappiano. Se vedessero le lacrime e il sangue del dolore sarebbero imperdonabili. Buon Natale, se possibile.
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