giovedì 15 aprile 2021
È il titolo di un volumetto in prosa poetica di Raffaele Luise, davvero prezioso, dedicato ai bambini e a tutte le «creature minacciate». Dall'«universo gelato» in cui ci ha portato la pandemia, scaturisce un canto alla Bellezza: «Non ti ho mai visto così bella, agorà del mondo. Nello spazio puro del silenzio e della solitudine riluci sovrana del fuoco di mille costellazioni incastonate nella pelle del marmo. Come vento che porta l'invisibile, mi penetri nell'anima, Bellezza, e mi stringi in un abbraccio impalpabile». Sublime percezione dello sguardo di una perfezione che stringe «la mia fragilità come un angelo ostile». La sua, la nostra. Ostaggi di silenzio e solitudine, paura e povertà, di tutto quell'«umano annichilimento» in cui siamo ancora, in gran parte, tenuti, ci coglie, tuttavia, la visione dell'Oltre, dell'Altrove. Di un domani diverso, migliore di ieri, di una nuova, un'altra innocenza. «Ecco tu sei - Bellezza - una ferita che mi lacera corpo, mente e anima, fusi nell'impasto della stessa argilla. Come puoi essere l'ultimo baluardo contro il nulla? Soltanto se con te si accompagna l'amore».
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