sabato 16 aprile 2005
Ieri, qui, si parlava di "lezioni". Anche oggi, ma vale per noi giornalisti" In latino giornale di dice "Ephemeris", viene dal greco e vuol dire che dura un giorno: è, appunto, "effimero"" Per caso ho ripreso in mano qualche ritaglio: istruttivo. Titolone: "L'ora del Totopapa". È "L'Espresso", ma in data 17 ottobre 1996, p. 66. Sono passati quasi 10 anni! Ancora titolone: "Ecco chi sarà il nuovo papa". È "Epoca", 27 novembre 1994: quasi 12 anni! E dei "papabili" dati lì per sicuri più della metà oggi è da anni in Paradiso e qualche altro non entra in Conclave. Ancora meglio "Corsera", 26 aprile 1993, p. 13 e titolo su due colonne: "Il prossimo Papa? Sarà certamente il cardinal Martini. Venti pagine del "Sunday Times'". Una previsione "certa" per 12 anni" Ancora un salto. Titolo: "Irritazione in Vaticano". E inizio: "Un papa anziano, per il solo fatto di esserlo, non ha il dovere di dimettersi". Roba di questi ultimi mesi? No. È "L'Europeo", in data 16 settembre 1977. C'era Paolo VI, e due giorni prima "Epoca" (n. 1046, p. 7) titolava: "Cosa c'è di vero nelle voci sulle dimissioni del Papa?" Quasi 28 anni orsono. Rileggere certe cose offre un po' di umiltà a chi scrive in pagina. Qualche volta pare ci caschino anche grandi nomi. "Vi annuncio il Papa nero"! Sulla "Stampa", il 7 maggio 1993, dodici anni or sono, parlava nientemeno Jean Guitton: "Wojtyla è stanco: il suo successore verrà dall'Africa". Chissà se l'intervista è fedele? Il bello comunque è che lui, Guitton, aveva allora già 92 anni. Ora è lassù. In questi giorni serve rifletterci sopra: se lo Spirito Santo legge i giornali, lo fa dopo aver deciso. Per fortuna"
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI