venerdì 11 marzo 2011
Nei duelli una volta si diceva: «toccato!». Ieri è successo due volte in pagina, una sgradevole e l'altra felice. 1. Sul "Corsera" p. 24 quasi intera e titolo sottilmente ironico: «Insalata o niente pranzo, i cattolici del digiuno». Con 7 colonne e 5 illustrazioni Agostino Gramigna si diverte alle spalle dei «digiunatori della Quaresima». Ne mette in fila ben cinque, tutti illustri, senza ricavare da alcuno di loro " perché non lo chiede " il senso vero di ogni offerta, o «sacrificio», nella rivelazione ebraica e cristiana. Infatti essa è buona solo se subordinata alla giustizia verso il prossimo, e se non lo è, non ha alcun valore. Basti qui citare Isaia 1,11-17 " «Che me ne faccio dei vostri sacrifici?...Ricercate la giustizia!...» " e soprattutto Gesù stesso: «Quando presenti la tua offerta all'altare e ti ricordi" va prima a riconciliarti con il tuo fratello» (Mt, 5,23-24). In questo contesto l'ironia si ridimensiona e diventa molto leggera, forse un po' sprovveduta! 2: l'altro tocco, felice, viene al volo dal libro di Benedetto XVI su Gesù presentato ieri. Sento spesso amici illustri e intellettuali navigati sostenere in buona fede che Gesù non è il Figlio di Dio fatto uomo, Dio stesso incarnato, crocifisso e risorto, ma supremo pensatore e profeta di moralità inarrivabile, il più grande della storia" Ebbene, a p. 269 il Papa scrive tranquillo che no: «Gesù in tal caso è una personalità religiosa fallita». Sì: un illuso ingannato e ingannatore. Pare duro, ma è proprio così, e lo aveva subito ben capito San Paolo: «Se Gesù non è risorto " quindi Figlio di Dio e Dio stesso " noi che abbiamo creduto in Lui siamo i più miserabili tra tutti gli uomini» (1Cor 15,14). Bel tocco! Grazie.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI