sabato 11 maggio 2013
Il 9 maggio l'università Lumsa di Roma e la Fondazione Adenauer, in collaborazione con la Fondazione De Gasperi e la rappresentanza della Commissione europea, hanno dato vita alla Festa d'Europa con un'originale caccia al tesoro svolta per le vie di Roma. Per la prima volta i protagonisti della «Giornata d'Europa 2013» non erano rappresentanti della politica, ma studenti di tre scuole della città. Ragazzi che frequentano istituti pubblici e paritari romani, il Convitto Nazionale, l'Eugenio Montale e il Poliziano, sotto la guida di alcuni universitari, si sono confrontati in un interessante itinerario condotto all'interno del Primo Municipio. Dal Colosseo al Vaticano, dal Pincio al Campidoglio, hanno cercato le tracce d'Europa attraverso la storia del nostro antico e grande Paese. I colleghi più grandi hanno accompagnato questi ragazzi dai 15 ai 16 anni a scoprire, attraverso le pietre più preziose della nostra cultura, le ragioni di un'unità di popoli cui i primi fondatori avevano dedicato la loro vita: Adenauer, De Gasperi, Schuman, Monnet. Gli universitari della Lumsa, con il titolo di ambasciatori d'Europa, avevano già offerto alle scuole una pubblicazione con la storia personale e pubblica di questi uomini che avevano lavorato con volontà e fermezza all'unità dei popoli europei, unica possibilità di pace e di miglioramento di vita. Uomini che avevano sofferto una lunga e distruttrice guerra, ragione di eterni conflitti tra genti di un'unica radice. Diceva Adenauer, rivolgendosi a De Gasperi: «Abbiamo affrontato i nostri problemi partendo dalla stessa base spirituale. Abbiamo iniziato la nostra carriera politica in un partito al contempo democratico e cristiano e abbiamo operato in modo che ciò fosse chiaro nella nostra azione». Quasi una risposta a queste parole fu il discorso che il premier italiano fece al Senato del 1951: «Vi dico che questo (l'Unità europea) è mito di pace, ma se questa speranza di collaborazione tra i popoli fallisse, ricordatevi che i dittatori rappresentano la reazione contro queste delusioni, la forza di salvataggio cui istintivamente ciascuno si rivolge quando si avvede che altre speranze sono spente». E di Robert Schuman, che dietro viso mite e voce gentile sapeva con determinazione portare a termine le sue proposte di unità, ricordo il piccolo libro Per l'Europa dove scriveva: «Ora a questa unità serve un'anima». E questo mi è sembrato ieri il compito che i giovani delle scuole volessero intraprendere con entusiasmo. Nei loro visi giovani c'era la certezza di chiudere un tempo di speranze per cambiare in azioni da attuare subito. Sembrava che lo spirito dei fondatori fosse passato direttamente a loro, cancellando anni di incertezze, soprattutto momenti di stanchezza di ideali e di convinzioni. L'intelligente premio per il gruppo che ha vinto la gara sono stati corsi gratuiti di lingue europee. Auguro a voi ragazzi di avere più costanza, più velocità di imprese per arrivare all'unità politica ricca di cultura e di realtà uniche al mondo.
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