mercoledì 28 novembre 2018
Un orto sociale, in cui sperimentare quanto imparato da coltivatori di professione. È l'ultimo passo di un progetto avanzato di recupero personale dei detenuti del carcere di Marino del Tronto (Ascoli Piceno). L'orto è stato creato davanti alla struttura di detenzione, in un campo recuperato dall'abbandono dopo che – negli anni '80 – era stato utilizzato come rettangolo di gioco dagli stessi ospiti del carcere, ma anche per allenare l'Ascoli quando era in serie A.
Oggi il terreno è tornato a rianimarsi, in parte destinato a piccolo campo da gioco, in parte ad area verde per i colloqui con le famiglie e per il resto come orto sociale. Quest'ultimo progetto è stato realizzato grazie alla Regione, attraverso l'Agenzia per i servizi agricoli e il Provveditorato dell'amministrazione penitenziaria Marche-Emilia Romagna, soggetti legati da un accordo siglato 10 anni fa, che ha già dato ottimi risultati nel carcere anconetano di Barcaglione. Il problema del rifornimento idrico è stato risolto grazie a un innovativo sistema di riutilizzo delle acque che escono dall'impianto di depurazione dello stesso carcere. L'orto si sviluppa su una superficie di circa 100 metri quadrati destinata a coltura: altri diversi appezzamenti sono utilizzati per la messa a dimora di piante da frutto, ornamentali e aromatiche.
Sono state installate due cisterne di stoccaggio, una da 2.000 litri nei pressi dell'impianto di depurazione e una da 10mila vicino all'orto. L'acqua utilizzata per l'orto viene sanificata attraverso tecnologia a ultravioletti.
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