domenica 11 gennaio 2015
Nell'Urbe caput mundi i cittadini romani vestono toga e tunica, calzano sandali: abbigliamento consono al civile decoro. Braghe e stivali, emblema di rozzezza, adornano i barbari.All'inizio bar-bar è il farfugliare di un linguaggio che nomina le cose ma non le ha ancora ordinate in sistema di relazioni, in metodo di conoscenza e trasmissione. Incapace di dar forma al mondo, può solo subirlo fortificando carne e spirito nell'intemperie degli accadimenti. Barbaro barbarico barbarie è l'età dell'epica. Il bardo ne intona il canto. La civiltà degli Antichi, Atene e Roma, nutrì i barbari affidando loro le proprie mancanze, le proprie debolezze, fino a restarne soggiogata, una resa obbligata alla propria impotenza. Con doloroso parto, ostetrica e nutrice la Chiesa Cattolica e Apostolica mediatrice con Gerusalemme, nacque Europa. Miracolosa d'arti, cultura, ingegni: la civiltà della persona. Pluralità di lingue, di riti, tradizioni e ordinamenti. Piccole e grandi Patrie. Un ciclo finito. Nell'età della burocrazia mondialista bar-bar si rivela necessità estetica, urgenza vitale, gesto cosmico. O saprà farsi oracolo o sarà il silenzio, la fine del suo tempo.
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