Trovò la vera nobiltà solo in mezzo ai poveri
giovedì 30 gennaio 2014
Clarice Marescotti era una ragazza che puntava in alto, voleva un bel matrimonio per sistemarsi, desiderava, insomma, una vita degna del suo lignaggio. Ma alla fine trovò la sua più grande nobiltà nella povertà assoluta e nell'offerta di sé per gli emarginati e i malati. Era nata nel castello di Vignanello (Viterbo) nel 1585; quando fu il momento i genitori preferirono far sposare la sorella minore, Ortensia, e mandare Clarice nel monastero delle Clarisse di San Bernardino a Viterbo. Era il 1605 e lei prese il nome di Giacinta, ma non accettò la vita da religiosa. Solo dopo una grave malattia nel 1616 la giovane cominciò a vedere in modo diverso la propria vita, abbracciando la povertà e la penitenza, dandosi da fare per gli ultimi. Morì nel 1640.Altri santi. Sant'Armentario di Pavia, vescovo (VIII sec.); beato Sebastiano Valfrè, sacerdote (1629-1710). Letture. 2 Sam 7,18-19.24-29; Sal 131; Mc 4,21-25. Ambrosiano. Sir 44,1;49,8-10; Sal 104; Mc 5,1-20.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI