sabato 23 luglio 2011
Una sorpresa! Sul "Giorno"(21/7, p. 17: «La sete del Vaticano») Pino Casamassima inizia la sua nota ricordando che Benedetto XVI domenica ha invocato i soccorsi della Comunità internazionale per la Somalia «afflitta da una siccità mortale», ma subito gli contrappone una «notizia uscita nelle stesse ore» ad opera di «un deputato che firmandosi Nanni Topo sta anticipando un micidiale dossier sui privilegi della Santa Sede», in primis il fatto che «non paga l'acqua» all'Italia e che «le guardie svizzere» sarebbero mantenute anche da Italia e Svizzera. Non basta: investito nella parte, egli evoca «lo scemo del villaggio» per annunciare che «il Vaticano non ha mai pagato l'Ici delle sue proprietà sul suolo italiano» e che i docenti di religione nelle scuole sono pagati come tutti gli altri dall'Italia… Scandalo con conclusione "sommaria": «Ogni Anno Domini 2 miliardi di denaro pubblico a favore della Santa Sede»! Che dire? A parte una grande nostalgia del "Giorno" di un tempo, rilevo che l'autodefinizione dell'autore calza alla perfezione. La faccenda dell'acqua infatti è nota da sempre, e storicamente motivatissima: quasi tutti gli acquedotti di Roma sono opera dei Papi. Nel resto della nota, falsità e confusione dilagano. L'Ici, per gli edifici per i quali è dovuta, è pagata – non per quelli di culto e per quelli di cui è riconosciuta l'extraterritorialità, al pari delle altre confessioni religiose riconosciute dallo Stato e delle sedi diplomatiche... –. Frutto di ignoranza colpevole la confusione tra vescovi italiani e Vaticano in riferimento agli insegnanti di religione! Quanto malevolo pressappochismo messo in campo da un signore che si definisce «scemo del villaggio»... Ribadisco: definizione accettata.
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