giovedì 8 dicembre 2011
Lupus difficile: con scuse in anticipo. «La grande forza del dubbio» ("Espresso", 6/12, p. 210): è il titolo per Eugenio Scalfari in dialogo pensoso con tre cardinali – Martini, Ravasi e Bagnasco – e con Papa Benedetto. Lui li legge e scrive che «si sta configurando una vera e propria novità nel pensiero cattolico», ma stavolta non viene dal basso, bensì «dal livello più alto della gerarchia». Ravasi per esempio, ricordando il «sì sì, no no» evangelico, per Scalfari «…si rende conto certamente di aprire in questo modo un percorso… rischioso… che mette in discussione nientemeno che l'assolutezza della verità e può condurre al relativismo, alla verità che nasce nella coscienza autonoma degli individui… e conduce verso un rapporto diretto con Dio scavalcando l'intermediazione della gerarchia sacerdotale». Con domanda finale: «La Chiesa del XXI secolo si sta dunque affacciando veramente su quella modernità che finora il Magistero aveva compattamente esorcizzato?» Insomma, colpito dai pensieri dei 4 uomini di Chiesa che così cercano veramente il dialogo con tutti, Scalfari trova che questo è rivoluzionario. Leggi e sei felice anche tu della "novità" che però – senza offesa – ti pare solo nel fatto che Scalfari pare scoprire solo ora che i cardinali e il Papa dialogano sinceramente col mondo moderno. Ma è proprio vero che ciò si verifica solo ora? Papa Giovanni e il Concilio cosa hanno fatto? E l'"Ecclesiam suam" di Paolo VI (1964) non era tutta sul dialogo Chiesa-mondo? Ma innanzitutto: davvero «dialogo sincero» esclude «assolutezza della verità»? Andiamo avanti: dialogando sinceramente si potrà capire meglio il passato e il presente: anche noi stessi e il nostro futuro…
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