venerdì 27 maggio 2011
Pagine e "busillis": letture con dubbio. Ieri "Libero", p. 18: «Non rivelano il sesso del figlio: "lo sceglierà lui da grande"». Due genitori canadesi " forse maschio e femmina (o no?) " chiamano la prole «Storm» (tempesta) proprio per «tenere nascosto il sesso del neonato a tutti, parenti, amici, colleghi: e all'interessato». Così sarà «lui a decidere se il suo è nome di uomo o di donna»: ora «ha quattro mesi e non si pone il problema». Leggi e " senza offesa, per carità! " ti sfiora il pensiero che la logica dei due "genitori" " lasciare sempre e comunque la decisione sospesa alla volontà e non alla realtà della natura " regna da noi in pagine e pagine di discussione su famiglia, paternità e maternità vera, meglio dette «genitorialità uno e due»" Un busillis? Vedrete da domani, forse da oggi, che discussioni! Quanto a busillis, da mesi e mesi sulla successione episcopale a Milano previsioni, timori, notizie, supposizioni, dicerie, velenucci diffusi, fiammelle che annunciano, vivisezionano, fanno nomi, li cancellano, li risuscitano, li mettono all'angolo, li sbandierano come sicuri. Ecco ieri, ben scritto ed equilibrato: «Rush finale per il dopo-Tettamanzi» ("Europa", p. 1). Inizio: «I cinque nomi sono sempre gli stessi». E infatti ne seguono 4 di «sempre rimasti in gara», più uno aggiunto. Poi però ne trovi altri 4 che «risulterebbero usciti di scena» e leggi che «quasi ogni giorno nascono nuove candidature» e dunque arrivano altri 3 nomi. Ma allora non è vero che «I cinque nomi sono sempre gli stessi». Che senso ha il tutto? Bel busillis anche questo, e ciascuno ha i suoi.
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