giovedì 1 maggio 2003
Misteri e stranezze, in pagina. L'altro ieri, tutta prima pagina di "Liberazione", grande grido d'allarme: "Articolo 18. Chi ha paura del referendum?" Sotto, un vibrante sommario denuncia "l'oscuramento informativo" e continua: "Si aggrava la censura in Rai: vietato discutere o informare sui quesiti referendari". Vedi tu, stesso giorno, su Radio Uno, verso le 17,30, ascolti un dibattito sul referendum e sull'art. 18, con due opinionisti in dialogo tra loro: Giuliano Ferrara e ... Alessandro Curzi, presentato appunto come "direttore di Liberazione". Ma non era vietato "discutere e informare"? Mistero. Alla stranezza pensa "Panorama" (1/5). A pagina 17, Sergio Romano pubblica una lettera che chiede approfondimenti sulle differenze tra le grandi religioni e indica l'esempio di "dialogo e conciliazione" offerto da Giovanni Paolo II. E Romano che fa? Alla prima parte non risponde. Sul secondo argomento rovescia il tavolo: infatti sentenzia che "I vertici delle grandi confessioni religiose non vogliono perdere il loro potere e difendono gelosamente il loro gregge dalle contaminazioni". Tutti uguali, perciò: Giovani Paolo II come Khomeini, come i fondamentalisti Evangelicals e come gli integralisti israeliani. Di più: nel finale Romano dà ragione a chi identifica la "Missione" in quanto tale con una "intollerabile interferenza". Elementare? Sì, come la scuola. L'obbligo, di informarsi, prima di scrivere, dovrebbe andare ben oltre. Ma non si può avere tutto. Talora, visto che oggi è la Festa del Lavoro, con un po' di autoironia, pare vero che scrivere sui giornali è sempre meglio che lavorare.
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